Greenpeace dopo avere più volte accusato Apple, in maniera formale e con documenti e ricerche, di essere un’azienda poco rispettosa dell’ambiente ora parte decisamente all’attacco con l’artiglieria pesante. Per denunciare il fatto che la Mela è assai poco… verde, l’associazione ambientalista crea addirittura un “sito parodia” denominato, significativamente, “greenmyapple.com” (fai diventare verde la mia Mela) che ricorda il look and feel di quello ufficiale di Cupertino.
Usando le stesse fonti, la stessa struttura e una grafica decisamente molto simile a quella di apple.com Greenpeace spiega quali siano le colpe della società di Steve Jobs in termini di danni all’ecosistema globale. In particolare (come si legge nella sezione iTox+iWaste (chiaro riferimento ad iPod+iTunes) si apprende che Apple usa sostanze tossiche in alcuni suoi prodotti. Si accusa anche Cupertino di attuare una politica di spreco di materiali (che significa anche più rifiuti) applicando politiche di riparazione che rendono più conveniente acquistare un nuovo apparecchio invece che sostituire una componente.
Greepeace ricorda anche la stizzita reazione di Jobs quando nell’incontro con gli azionisti il Ceo definì “bullshit” (letteralmente “stronzate”) le preoccupazioni degli ambientalisti a proposito della scarsa sensibilità di Apple nei confronti dell’ambiente. “Andiamo, Steve * chiosa Greepeace * una reazione come questa ce la saremmo aspettata da un grasso CEO che scarica policlorinato bifenile nei fiumi, non da un “a la page” titano potenzialmente eco-compatibile dell’era dell’informazione”
Il resto del sito è riservato al supporto della campagna. In .mAct si può sottoscrivere la campagna e scrivere a Jobs, in ProCreate si può stilare un keynote alternativo da mettere in bocca a CEO (rappresentato con la maglietta verde invece che la tradizionale girocollo nera), fare una pubblicità o disegnare una maglietta per sostenere l’iniziativa di Greepeace, in iPush sono presenti vari strumenti per diffondere l’esistenza del sito.
Alcuni osservatori notano che la campagna, pur incisiva, ironica e, probabilmente, fondata su dati che hanno una loro scientificità , pare partire più dal presupposto che colpire Apple significa fare molto rumore vista la popolarità del marchio e dei suoi prodotti (oltre che del suo amministratore delegato). La stessa società di Cupertino in passato aveva accusato gli ambientalisti di avere scelto come obbiettivo primario la Mela più che per un effettiva minore attenzione all’ambiente rispetto alla media dell’industria americana, per mettere al traino della “società dell’iPod” le campagne di sensibilizzazione per un’industria elettronica più attenta al mondo dell’ambiente.