Microsoft potrebbe essere costretta a pagare tre milioni di euro di multa al giorno per non avere ancora fornito le informazioni necessarie a garantire l’interoperabilità del suo sistema operativo con il software server della concorrenza.
La minaccia della sanzione, prevista esplicitamente dalla sentenza dell’Unione Europea che aveva condannato Microsoft per esercizio illegale di monopolio, é contenuta in una dichiarazione formale rilasciata dall’ufficio antritrust della Commissione. ‘Ci attendiamo – dice l’Ue – che le lacune e le omissioni nella documentazione tecnica siano rimediate entro il 23 novembre, così che entro fine mese tutta il complesso di informazioni possa essere reso disponibile a potenziali licenziatari’
La multa andrebbe ad aggiungersi ai 497 milioni di euro già pagati al momento della condanna e ai 280,5 milioni che erano stati successivamente comminati a titolo di sanzione per i ritardi negli adempimenti.
‘Non posso dirmi appagata dal fatto che qualcuno mi dica che il 90% della documentazione é stata già consegnata – ha detto il commissario Neelie Kroes in una intervista al Guardian – se per noi la necessità è di avere il 100%. Per quello che mi riguarda questi documenti dovevano già essere a nostra disposizione due mesi fa. Microsoft sta mettendo a dura prova la nostra pazienza’. ‘Fino a quando non ci avranno sottoposto l’intera documentazione – ha detto il portavoce dell’ufficio per la concorrenza Jonathan Todd – quello che abbiamo già a disposizione é inutile’. L’Unione non ha fatto sapere se la nuova multa scatterà in maniera automatica nel momento in cui Micosoft non rispetterà la data fissata ‘valuteremo – ha detto ancora Todd – sul momento in base ai commenti dei potenziali licenziatari, su consiglio del comitato di sorveglianza e sulla funzionalità della documentazione stessa’.
Microsoft inizialmente aveva mancato di rispettare le date fissate sostenendo di non avere capito quali fossero i documenti da consegnare. Successivamente aveva spedito il faldone di migliaia di pagine ma non rispettato la data ultima fissata. L’Unione aveva così deciso di comminare una sanzione accessoria minacciando di applicarne una ulteriore se la documentazione non fosse risultata completa e questo é proprio quello che potrebbe accadere ora.