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Ambientalisti in rivolta contro l’adeguamento dei limiti dei campi elettromagnetici

Potrebbe definirsi una sfida tra connessione e salute Pubblica quella posta dall’articolo 7 del decreto legge denominato Asset rubricato “Adeguamento dei Limiti dei Campi Elettromagnetici”. Gli ambientalisti sono in rivolta, considerando tale normativa un vero e proprio pericolo per la salute.

L’avvento delle tecnologie wireless e della connettività mobile ha portato a un rapido sviluppo nella trasmissione delle informazioni e nella comunicazione. Tuttavia, il crescente utilizzo di queste tecnologie ha sollevato preoccupazioni riguardo agli effetti dei campi elettromagnetici sull’ambiente e sulla salute umana. Al fine di bilanciare la necessità di fornire servizi di connettività di alta qualità con la protezione della salute pubblica, i governi in tutto il mondo sono chiamati a prendere decisioni ponderate e basate su evidenze scientifiche.

In questo contesto, l’adeguamento dei limiti dei campi elettromagnetici è diventato un argomento centrale di dibattito e discussione. L’obiettivo principale di questa iniziativa è quello di potenziare la rete mobile e garantire servizi di connettività di alta qualità per gli utenti e le imprese. Tuttavia, è altrettanto importante che questi obiettivi non vengano raggiunti a spese della salute pubblica.

La bozza del decreto legge Asset, all’art. 7 prevede legge prevede che, entro centoventi giorni dalla sua entrata in vigore, i limiti di esposizione ai campi elettromagnetici siano rivisti e adeguati sulla base delle più recenti evidenze scientifiche. Questo processo coinvolgerà esperti del settore scientifico e tecnologico, in collaborazione con il Ministero della Salute e il Ministero delle Imprese e del Made in Italy:

Al fine di potenziare la rete mobile e garantire a utenti e imprese l’offerta di servizi di connettività di elevata qualità, senza pregiudizio per la salute pubblica, entro centoventi giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto, i limiti di esposizione, i valori di attenzione e gli obiettivi di qualità di cui all’articolo 4, comma 2, della legge quadro 22 febbraio 2001, n. 36 sono adeguati, secondo il procedimento ivi previsto, alla luce delle più recenti e accreditate evidenze scientifiche, nel rispetto delle regole, delle raccomandazioni e delle linee guida dell’Unione europea. Si applica il comma 3 dell’articolo 4 della legge n. 36 del 2001

Ambientalisti in rivolta contro l'adeguamento dei limiti dei campi elettromagnetici

Le proteste ambientaliste

Secondo legambiente il provvedimento del Governo, che mira a innalzare i limiti elettromagnetici dagli attuali 6 V/m a 24 V/m è una “scelta pericolosa e insensata”. Così in un comunicato stampa ha dichiarato Stefano Ciafani, presidente nazionale Legambiente:

Continuiamo a ripeterlo con forza da anni: non esiste nessun motivo per innalzare il valore di attenzione per i campi elettromagnetici generati dalle alte frequenze se non quello economico da parte dei gestori delle telecomunicazioni che intendono, dopo aver acquistato le licenze per il 5G, risparmiare sui costi delle infrastrutture

“Quella che si appresta a prendere il Governo Meloni è una scelta insensata”, si legge ancora nel comunicato,  “che accontenta le richieste di parte dell’industria del settore e di Asstel, ma che si rivela potenzialmente pericolosa per la salute della popolazione, considerando che le ultime ricerche mettono ben in evidenza come gli attuali 6 V/m siano cautelativi”

Per questo motivo, legambiente chiede al Governo e alle Commissioni, non solo di mantenere inalterati gli attuali limiti, ma di aprire un Tavolo di Lavoro e di confronto per ragionare insieme sulle possibili strategie da mettere in campo.

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