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Android (quasi) salvo: Google non viola i brevetti Java di Oracle

Sembra essere giunto al termine il confronto legale che vedeva opposti Oracle e Google, con la prima che accusava Android di aver violato i brevetti Java detenuti dall’azienda di Santa Clara. Dopo sei giorni di analisi delle prove, i giurati hanno raggiunto il verdetto dando ragione a Google con una maggioranza abbastanza netta di 9 voti contro 3: Android non viola i brevetti di Java, Oracle non è riuscita a fornire prove sufficienti.

Si tratta forse di una delle cause più lunghe, e forse più economicamente dispendiose nella storia delle tecnologia, con probabilmente alcuni milioni di dollari spesi da entrambe le parti. Era anche la contesa legale più delicata per Google, uno scontro che, nel caso in cui Mountain View avesse perso, avrebbe potuto cambiare in maniera radicale gli equilibri e il futuro di Android.

Non a caso la prima dichiarazione dell’azienda di Mountain View è stata: “Il verdetto odierno della giuria che afferma che Android non viola i brevetti di Oracle è stata una vittoria non solo per Google, ma anche per l’intero ecosistema Android.”.

Mentre Google festeggia la vittoria nei confronti della minaccia più insidiosa, Oracle si lecca le ferite, ma il confronto fra i due giganti dell’informatica potrebbe non essere ancora del tutto concluso. Oracle potrebbe fare appello al Federal Circuit Court of Appeals USA, tentando di ribaltare la sentenza, oppure confidare nelle sue API.

Google infatti aveva perso il primo round della causa, quando il giudice William Alsup aveva stabilito che Google aveva infranto il copyright della tecnologia Java di Oracle, e le due parti sono ancora in attesa di conoscere l’interpretazione dello stesso Alsup sul fatto che le API stesse possano essere coperte da copyright.

Se Alsup affermasse il copyright sulle API, Oracle potrebbe tentare di rivalersi su Google con una nuova causa contro Mountain View, scenario che rappresenterebbe però un pericoloso precedente giurisprudenziale, aprendo potenzialmente le porte ad una corsa al copyright nei confronti di ogni tipo di API.

Si tratta però di scenari di ripiego, Google sembra aver vinto ormai la battaglia più importante e un’ulteriore impegno di risorse in una causa persa potrebbe per Oracle essere una strategia poco promettente.

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