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Apple: riparare in proprio i dispositivi elettronici è pericoloso

Secondo Apple i consumatori potrebbero provocare e provocarsi danni cercando di aprire e riparare da soli dispositivi come gli iPhone. È questo quel che emerge da un intervento di lobbisti che rappresentano gli interessi di Apple che hanno recentemente esposto questa tesi durante un incontro con alcuni legislatori statunitensi. Al centro della discussione il passaggio di una legge che determina il “Right to repair”, il diritto da parte dei consumatori di riparare in proprio i dispositivi elettronici e digitali.

L’incontro sarebbe avvenuto, riferisce il sito AppleInsider, nel contesto di una iniziativa promossa da Apple che ha mandato a Washington suoi rappresentanti della CompTIA, organizzazione che cura gli interessi di 50 aziende del settore, nel tentativo di annientare la proposta di legge che in California potrebbe offrire ai consumatori il diritto a ripararsi in casa o presso un rivenditore terzo i proprio dispositivi.

Stando a quanto riporta il sito Motherboard, citando a sua volta sue fonti nell’Assemblea dello Stato della California, i lobbisti di Apple hanno incontrato membri del Privacy and Consumer Protection Committee, per battersi contro la “repair bill” che sarà oggetto di discussione questa settimana usando un argomento che potrebbe essere definito come discutibile: i problemi di sicurezza cui si incorre nel tentativo di riparare da soli uno smartphone.

A sostegno della tesi i rappresentanti Apple avrebbero portato un iPhone per dimostrare ai legislatori che i consumatori inesperti potrebbero facilmente ferirsi forando per errore la batteria agli ioni di litio che si trova all’interno del dispositivo. La scelta, fa eco a quanto dichiarato da Lisa Jackson, Vice President Environmental Initiatives di Apple, secondo la quale il dispositivo è “troppo complesso” per permettere a utenti inesperti di effettuare riparazioni da soli.

Riparazione

Come abbiamo spiegato altre volte, Apple pretende che gli utenti di dispositivi in garanzia si rivolgano a Centri di Assistenza autorizzati. Vari dispositivi della Casa di Cupertino richiedono in effetti per la riparazione l’uso di attrezzature dedicate che rendono le operazioni di intervento complicati per gli “smanettoni” in grado di mettere le mani su smartphone, computer e tablet ma che potenzialmente potrebbero creare anche danni.

Il rischio, spiegano le aziende contrarie ad un simile provvedimento, è anche che le parti terze possano usare pezzi di ricambio differenti o di qualità inferiore a quelli offerti dal produttore originale.

In molti casi la politica è la conseguenza di necessità costruttive che permettono di creare dispositivi più efficienti, leggeri e più belli. In altri casi si tratta semplicemente di una “tattica”.

Apple, così come molti altri big del mondo IT e non solo (aziende del calibro di J&J, Toyota e Verizon), è infatti contraria alla proposta di legge perché a fronte della dispoibilità per legge di manuali di servizio e ricambi anche per terze parti non direttamente autorizzate si alimenterebbe un mercato parallelo e autorizzato, tagliando le gambe alla rete ufficiale, specialmente alla rete degli Apple Store nel caso Apple, che vende pezzi di ricambio in regime di monopolio e prezzi conseguentemente fissi (e certo non economici). Tra i motivi per i quali Apple non vuole un provvedimento di questo tipo, c’è anche l’impossibilità di vendere assicurazioni come AppleCare. Infine la riparazione nei centri di assistenza autorizzati garantisce alle varie aziende anche un superiore livello di segretezza dal punto di vista ingegneristico.

 

 

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