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Apple avvantaggiata rispetto agli editori nella causa sugli eBook?

Prosegue la vicenda legata al cartello degli eBook, in cui il Dipartimento di Giustizia americano (DOJ) ha messo sotto torchio Apple e sei diversi editori accusati di aver operato congiuntamente per creare un cartello sui prezzi dei libri elettronici.

Mentre tre editori si sono già accordati con il Dipartimento per una soluzione più “amichevole”, Apple, Macmillan e Penguins mantengono le loro posizioni. Secondo i due editori la decisione del DOJ potrebbe consentire ad Amazon di recuperare il monopolio detenuto prima dell’avvento del modello agenzia di Apple: “difficile raggiungere un accordo per una causa nei confronti della quale – sostiene il CEO di MacMillan –  si è consapevoli di non aver fatto nulla di male”.

Secondo alcuni osservatori, fra cui CNET, il DOJ avrebbe qualche asso nella manica con il quale riuscirebbe, se non altro, a mettere in difficoltà gli editori: i documenti depositati in tribunale farebbero , infatti, esplicito riferimento a specifici incontri in alcuni luoghi (fra cui alcuni dei ristoranti più gettonati di New York oppure in un hotel a Londra) dove ci sarrebbero stati veri e propri summit per accordarsi sui prezzi e le modalità di distribuzione dei libri. Un po’ più difficile sarebbe incastrare Apple, visto che nessun dirigente della Mela sarebbe stata presente agli incontri. In più Cupertino non avrebbe al momento una posizione sufficientemente dominante nel mercato degli eBook; si limiterebbe a possedere uno store online per il quale sono gli editori a decidere il prezzo.

Apple però potrebbe essere messa all’angolo da alcune situazioni create da Jobs,. Ad esempio nella biografia di Isaacson il fondatore di Apple dichiara: “Useremo un modello ad agenzia dove voi fissate il prezzo e noi otteniamo il 30% e, sì, gli acquirenti pagheranno un po’ di più ma è comunque quello che volete”.

Da considerasi anche il fatto che Apple ha proibito agli editori la vendita dei loro prodotti a prezzi inferiori di quelli di App Store presso altri canali (per esempio il Kindle Store), imposizione che le case editrici hanno potuto sfruttare a loro vantaggio obbligando i competitor ad adeguarsi ai prezzi dell’iBook Store.

Dunque per quanto Apple appaia lontana da un coinvolgimento diretto negli accordi per la creazione di un cartello, sembra di poter dire che il modello di agenzia e i presupposti fondanti tale modello di business, lanciato e proposto direttamente da Steve Jobs, hanno gettato le basi su cui poi gli editori hanno lavorato per fissare i prezzi.

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