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Apple Pay, negli USA non tutti i negozi hanno detto sì

Benché Apple per il nuovo servizio dedicato ai pagamenti mobili Apple Pay ha già accordi con vari partner di alto profilo, fra cui Bloomingdale’s, Disney Store e Walt Disney World Resort, Duane Reade, Macy’s, McDonald’s, Sephora, Staples, Subway, Walgreens e Whole Foods Market, molti altri negozi al dettaglio negli Stati Uniti non hanno ancora aderito alla proposta di Cupertino.

Walmart e Best Buy, ad esempio, sono due big noti a essere fuori. Il sito The Daily Dot ha compilato un elenco di molti altri dettaglianti che non supporteranno Apple Pay. Un portavoce delle catene di negozi di abbigliamento H&M ha fatto sapere che al momento non vi sono piani per il supporto del servizio, e lo stesso fa sapere la catena Coach.

Un portavoce di Bed, Bath & Beyond (azienda che opera nella distribuzione di diverse specie di articoli a uso domestico, articoli da regalo e arredamento) ha dichiarato che la società al momento “non è in grado di partecipare”; un rappresentante di Belk (grande distribuzione organizzata) ha spiegato che la società “al momento non è in grado di accettare Apple Pay”. Altri nomi assenti sono Sears, Kmart e Publix, così come BP, benché le stazioni di servizio di quest’ultima potrebbero accettare il nuovo sistema di pagamento entro il 2016: la società ha spiegato di stare lavorando con gli associati (le stazioni sono gestite da proprietari indipendenti), e che saranno aggiornati progressivamente le tecnologie in sede nel corso dei prossimi due anni.

Nei fast food noti, nomi assenti all’appello sono Pizza Hut e Chipotle, mentre i portavoce di altri come KFC hanno dichiarato di voler al momento attendere per capire poi in prospettiva cosa fare.

Da notare che, anche se un dettagliante non supporta specificatamente Apple Pay, il sistema di pagamento di Cupertino funziona in qualsiasi negozio al dettaglio che offra pagamenti contactless usando NFC. Molti dispositivi sfruttati per l’accesso al servizio bancari che consentono di accettare e incassare pagamenti, integrano funzionalità NFC e Apple da questo punto di vista conta su specifiche normative che obbligheranno i commercianti ad aggiornare entro il 2015 i sistemi di pagamento. DA ottobre del prossimo anno gli esercenti che negli USA non supporteranno le carte EMV (carte a microprocessore creato secondo uno standard sviluppato dalla collaborazione dei principali circuiti di pagamento a livello mondiale), saranno ritenuti responsabili di eventuali transazioni fraudolente (sono le banche normalmente ad accollarsi eventuali responsabilità dal rischio frodi, cautelando i commercianti nei rapporti tra l’esercente un’attività commerciale e l’intermediario emittente una carta di credito). Gli esercenti stanno pertanto aggiornando i loro sistemi di pagamento e molti di questi offriranno pagamenti con connettività NFC, ma saranno necessari ancora mesi prima dell’effettiva massiccia disponibilità di tali servizi.

In fase di partenza (prevista a breve, tra qualche giorno), il servizio e potrà essere ad ogni modo utilizzato in 220.000 punti vendita che negli USA sono già dotati di sistemi di pagamento contactless. Il sistema proposto da Apple è ritenuto fondamentale da molti osservatori; a detta di Bill Gates, ad esempio, permetterà di raggiungere “la massa critica”, la soglia quantitativa minima che attiverà cambiamenti nel settore. Per gli analisti della banca d’affari Morgan Stanley, il sistema di Apple diventerà lo standard di riferimento del settore, contribuendo all’adozione dei sistemi di pagamento basati su NFC.

EsempioApplePay

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