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Curiosità  e ottimismo: la ricetta del design Apple spiegata da Jonathan Ive

“Messa a fuoco notevole” ma anche “curiosità” infine “ottimismo”: sono queste alcune delle parole utilizzate da Jonathan Ive, responsabile del design di Apple e designer di fama mondiale, per illustrare la ricetta segreta che contraddistingue i processi e i prodotti di Cupertino. Lo sguardo ravvicinato alla fucina delle idee di Apple è reso possibile da una delle rarissime interviste concesse da Jonathan Ive, più brevemente Jony così come lo chiamano gli amici ma anche gli appassionati della Mela. Ive racconta che all’interno di Apple le fase di progettazione, quella di prototipo e costruzione sono indissolubilmente legate, processi che invece in molte aziende vengono effettuati addirittura da reparti diversi, perdendo così di vista l’obiettivo principale: “Se qualcosa sarà migliore, è nuova, e se è nuova stai affrontando problemi e sfide per cui non esistono riferimenti. C’è un senso di curiosità e ottimismo, e non si vede spesso questa combinazione”.

Oltre ai convenevoli e all’introduzione dedicati per lo più ai propri connazionali e all’importanza della propria formazione in Regno Unito nel campo del design, Ive ripete il mantra che non a caso è diventato il claim aziendale della Mela inoltre non risparmia uno sguardo rapido sulla concorrenza. “I nostri obiettivi sono molto semplici: progettare e realizzare prodotti migliori. Se non riusciamo a fare qualcosa di migliore, non lo facciamo” la frase non risuona nuova alle orecchie degli appassionati: in ogni comuncato stampa Apple dichiara di costruire i migliori computer e dispositivi digitali mobile. In un numero infinito di keynote e presentazioni Jobs ha ripetuto personalmente questo mantra. Solo che a differenza dei claim aziendali spesso scelti a tavolino per offrire una immagine migliore, il claim della Mela suona veritiero per chiunque abbia non solo utilizzato un Mac o un iPhone ma anche confrontato i dispositivi della Mela con la concorrenza.

Jonathan Ive parla anche dei concorrenti: “La maggior parte sono interessati nel fare qualcosa diversamente, oppure vogliono apparire nuovi. Penso che questi sono obiettivi completamente sbagliati. Un prodotto deve essere realmente migliore. Questo richiede vera disciplina ed è questo che ci guida: un sincero e genuino desiderio di fare qualcosa che sia migliore”. Le trovate di Ive e di Apple non partono però sempre dal riconoscimento dei limiti o delle cose che non vanno nei prodotti della concorrenza. Questo approccio pragmatico ha permesso a Cupertino di individuare nicchie di interesse, ma spesso la Mela e Ive tentano approcci completamente nuovi assemblando e componendo idee e funzioni mai accostati, percorrendo nuove strade che possono così portare a vere e proprie rivoluzioni, prodotti migliori che la gente non ha nemmeno ancora immaginato.

La cura e l’attenzione per il processo di progettazione e design trapelano dai prodotti in fase di utilizzo: secondo Ive questo è il nocciolo da cui nasce il profondo legame tra gli utenti e poi gli appassionati Apple con i prodotti e i servizi creati da Cupertino. Per offrire un esempio di prodotto riuscito Ive non cita direttamente uno dei suoi numerosi capolavori ma porta al cronista l’esempio del nuovo iPhoto per iPad: “L’app si consuma completamente e ci si dimentica che si sta utilizzando un iPad”. Le invenzioni dei designer e dei programmatori Apple quando sono perfette scompaiono, diventano completamente invisibili agli occhi dell’utente. Una metafora riuscita per spiegare la semplificazione estrema e la cura dei dettagli della Mela, un feeling catturato con successo dagli ultimi spot pubblicitari dedicati a iPad.
Jonathan Ive

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