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Dietro al profilo del Mac Pro, i folli, i solitari e i ribelli (del design)

«Il Mac Pro poteva essere prodotto solo da una azienda che è prima di tutto governata dal suo team di disegno industriale, in secondo luogo da qualcuno che è completamente fuori di testa». Questo il giudizio espresso in un interessante articolo con cui Gizmodo cerca di spiegare come è stato progettato e come sarà costruito il nuovo tower di Apple. Il sito americano giunge a queste conclusioni, che non possono non far venire alla mente l’elogio alla follia dello spot “Think Different”, prendendo in esame la struttura portante della macchina e il suo case esterno, due elementi che fino ad oggi hanno colpito per l’estetica, ma che nessuno ha affrontato dal punto di vista della produzione vera e propria e che rappresentano, invece, un segno tangibile che in Apple in alcuni casi regna una irrazionalità lucida che ha bisogno di innovazione e di coraggio di sfidare gli schemi

Anche se Gizmodo, come tutti gli altri siti, in attesa di un cenno di ufficialità da parte di Apple, si deve limitare su intuizione, osservazione e conoscenza di tecnologie e processi industriali,  l’articolo è certamente interessante perché appare molto informato e corredato da immagini e filmati che lanciano credibili ipotesi su come Apple abbia prodotto alcune delle componenti dello chassis del Mac Pro e il cilindro esterno.

Interno Mac pro

Apple, dice Gizmodo, ha sfidato ogni legge scritta e non scritta del design industriale dei computer nel partorire il fattore di forma del Mac Pro;  le schede interne di u computer per convenzione e soprattutto per comodità e corretto sfruttamento dello spazio, devono essere parallele una all’altra e le porte devono essere parallele e non perpendicolari in rapporto alla scheda madre, per questo un computer comune è essenzialmente una scatola. Apple ha rivoluzionato tutto per fare un prodotto cilindrico e l’ha fatto partendo dall’interno.

Dentro al Mac Pro si trova infatti un gruppo triangolare per la dissipazione del calore interamente realizzato in alluminio sul quale sono collocate le parti elettroniche. Questo elemento che serve a convogliare l’aria di raffreddamento, non è fuso, dice Gizmodo, ma estrusa in alluminio. Questo processo, simile a quello usato per profilati e barre (usati ad esempio per la produzione di infissi) richiede la preparazione di un blocco di metallo che una volta scaldato in un forno, viene spinto con forza a l’interno di uno stampo, per uscire dalla parte opposta con la forma richiesta. Nel caso del nucleo interno del Mac Pro, in forma triangolare. Successivamente deve essere tagliato a misura, rifinito e corredato delle parti per fissare la parte elettronica della macchina.
La parte cilindrica esterna verrà anch’essa creata con una tecnica simile, benché non identica. Qui il blocco il alluminio viene colpito con un punzone, forzando il metallo ad infilarsi nello stretto spazio tra il punzone stesso e le pareti dello stampo. Questa tecnica, definita estrusione ad impatto, viene usata, normalmente, per la creazione di tubetti di dentifricio, contenitori delle batterie e bottiglie in alluminio. Perché Apple ha scelto l’estrusione ad impatto per la parte esterna del Mac Pro? Perché in questo modo crea una sorta di contenitore chiuso su un lato e non un tubo come con la estrusione tradizionale. La parte chiusa è necessaria per creare il labbro superiore del Mac Pro, ricavato ritagliando e sagomando la il fondo del contenitore prodotto con la tecnica della estrusione ad impatto.

Qui sotto un processo di estrusione ad impatto

Una volta prodotto lo scheletro e poi la parte esterna del Mac Pro, Apple procede alla sua finitura applicando la satinatura e la brunitura del metallo. Questa procedura è usata in pochissimi casi nel mondo dei prodotti di elettronica di consumo, perchè è molto costosa e questo per due motivi uno diretto e uno indiretto.

In primo luogo satinare e brunire l’alluminio sono due passaggi molto delicati e che comportano una spesa considerevole. Apple, dice Gizmodo, riduce il costo grazie al fatto che applica lo stesso processo  su larghissima scala ad iPhone e iPad mini (e in futuro, pare, anche iPad).

In secondo luogo, la finitura scelta da Apple rende evidente ogni difetto, anche piccolo, del metallo. È praticamente impossibile avere un prodotto ineccepibile brunendo e satinando l’alluminio, se il processo di estrusione non è perfetto e se il blocco di alluminio non è di elevatissima qualità. Quindi Apple deve usare partner che sono esperti nel processo di estrusione e probabilmente sarà anche obbligata ad un processo di ottimizzazione degli impianti prima di avere una resa adeguata, con poco scarto. E anche questo fa salire il prezzo.

Per tutte queste ragioni Gizmodo dice che «il Mac Pro poteva essere prodotto solo da una azienda che è prima di tutto governata dal suo team di disegno industriale, in secondo luogo che è anche completamente fuori di testa. Nessun ingegnere sano di mente avrebbe permesso ad un prodotto come il Mac Pro di lasciare lo stadio di progettazione per andare in produzione, perché va contro ogni logica dei prodotti di elettronica ed informatica».  Ma gli ingeneri di Apple evidentemente ancora oggi sono «folli, anticonformisti, piantagrane, vedono le cose in modo diverso, non amano le regole, specie i regolamenti, e non hanno alcun rispetto per lo status quo»…
Interno Mac pro

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