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Dopo la USB-C anche un bagaglio a bordo uguale e gratuito per tutti

Il Parlamento europeo, dopo le prese USB-C dei telefonini, adesso vuole standardizzare anche i bagagli delle compagnie aeree. E fare a tutti i passeggeri il diritto di portare un bagaglio in cabina gratuitamente. Non solo: la Commissione per le petizioni dell’Europarlamento, incaricata di esaminare e seguire le petizioni dei cittadini fungendo in tal modo da ponte tra gli elettori e le istituzioni europee, ha votato all’unanimità anche un altro importante aspetto dell’organizzazione delle compagnie aree soprattutto low-cost: le dimensioni dei bagagli da cabina.

Infatti, dimensioni e peso cambiano in maniera anche notevole da una compagnia all’altra, creando difficoltà nei consumatori e spesso portando al momento dell’imbarco a dover caricare i bagagli in stiva, pagare supplementi o multe. Invece, l’obiettivo della petizione, che dopo l’approvazione in commissione a ottobre verrà votata in seduta plenaria del Parlamento europeo, mira a standardizzare le dimensioni e il peso dei bagagli per tutti i vettori che operano in Europa, e dare delle certezze anche sul fatto di poter sempre portare un bagaglio a mano gratuitamente in cabina.

I diritti dei viaggiatori

La presidente della Commissione per le petizioni, Dolors Montserrat, sottolinea l’importanza del rapporto approvato in questa Commissione sulla standardizzazione delle dimensioni del bagaglio a mano, risultato della richiesta di un cittadino sulla questione.

Montserrat ha accolto con favore la richiesta alla Commissione europea di prendere misure affinché le compagnie aeree non facciano pagare extra per portare il bagaglio a mano e porre fine alle pratiche abusive di alcuni operatori, proteggendo così i consumatori.

Uno degli aspetti chiave di questa risoluzione è l’armonizzazione delle misure e del peso delle valigie a mano, con l’obiettivo che tutte le compagnie aeree che operano nell’Ue utilizzino gli stessi standard. Questo eliminerebbe la confusione e i costi nascosti per i passeggeri che spesso affrontano quando volano con compagnie aeree differenti tra loro.

Il rebus comincia già nella fase di acquisto del bagaglio, che per pochi centimetri può essere inadatto alla compagnia X ma utilizzabile con la compagnia Y. Tra l’altro, alcune compagnie aree, soprattutto nel settore low cost, vendono bagaglio “certificato” come bagaglio a mano che tuttavia non è detto che sia compatibile con altri vettori (e spesso infatti non lo è).

Dopo la Usb-C anche un bagaglio a bordo uguale e gratuito per tutti
Foto di Josh Withers – Unsplash

Differenziare l’offerta

Ovviamente non manca la risposta delle compagnie aree, per bocca del rappresentante della loro associazione. Javier Gándara, presidente dell’Associazione delle Compagnie Aeree (ALA), sottolinea che le pratiche commerciali come la riscossione delle valigie in cabina sono perfettamente legali e sono coperte dal regolamento europeo 1008/2008 che stabilisce la libertà di fissazione delle tariffe.

Secondo Gándara “Bisogna notare che ci sono molti passeggeri che viaggiano senza bagaglio a mano, che nel caso di qualche compagnia aerea rappresentano fino al 40% dei loro clienti. Quindi frammentare i servizi permette di scegliere quei passeggeri che ne hanno veramente bisogno.”

Le compagnie aree low-cost, che basano il loro modello di business sull’eliminazione di tutti i benefici tradizionalmente associati a un viaggio aereo (bagaglio a mano e imbarcato, snack o pranzo a bordo, selezione gratuita del posto al momento del check-in) hanno idealmente costi molto bassi per i biglietti ma guadagnano fino al 50% dei loro profitti con la vendita di servizi e prodotti ancillari (dalla priorità di imbarco al bagaglio a mano in cabina o imbarcato oltre a quello consentito, ma anche dalle multe fatte a chi si presenta all’imbarco con bagaglio non in regola).

Per l’Ue questi sono tutti “costi nascosti” che devono essere invece resi espliciti e dai quali bisogna proteggere i cittadini europei.

Standardizzazione vuol dire prevedibilità

La ragione dietro alla proposta votata all’unanimità dalla Commissione del Parlamento europeo ha un itinerario istituzionale differente ma lo spirito invece è molto simile se non identico a quello che ha portato poco tempo addietro la Commissione a decidere di richiedere a tutti produttori di telefoni cellulari di utilizzare il medesimo standard per la ricarica degli smartphone, cioè la USB-C.

Una richiesta che ha portato Apple, sostanzialmente l’unico produttore di smartphone a utilizzare un altro tipo di connettore (la presa Lightning) ad adeguare i suoi iPhone 15 e 15 Pro con la Usb-C. La componente ambientale (la diminuzione dei cavetti in circolazione e quindi la fine degli spaghetti-cable, come sono stati definiti) è stata quella più evidenziata, ma in realtà lo spirito di fondo fa parte di questa medesima spinta per la protezione dei cittadini europei nell’ottica di una standardizzazione che renda prevedibili prodotti e servizi, eliminando i costi nascosti, cioè imprevisti al momento della decisione di acquisto da parte del consumatore europeo.

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