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«Spotify non investe sugli artisti, Apple cura tutto, fino alla regia dei video»

Come abbiamo riferito nei giorni passati, Spotify sta cercando di pagare meno gli artisti in vista del rinnovo degli accordi e del suo sbarco in borsa.

Sean Glass è titolare di un’etichetta discografica indipendente; ha collaborato al lancio di Apple Music ma ora non è più alle dipendenze della Mela. È stato anche il co-fondatore del defunto servizio WinMusic e ha dunque ottime conoscenze in materia di streaming, mercato che ha contribuito a far crescere. “Non sono più un loro dipendente e non ho niente da guadagnarci ma appoggio pienamente Apple come leader e unica parte rilevante”.

Com’è facile immaginare Glass non è un sostenitore di Spotify: quest’ultima a suo dire non è adeguatamente accomodante verso le etichette indie e assente anche dal punto di vista degli investimenti nei confronti degli artisti. Spotify al momento offre alle grandi case discografiche il 55% dei ricavi, contro il 58% offerto da Apple. Il competitor della Mela vorrebbe pagare ancora meno, con ovvie conseguenze in termini di guadagni per gli artisti.

Glass evidenzia che Spotify non solo vorrebbe pagare meno ma non ha mai investito nei contenuti. “Apple paga royalty più alte e investe decine di milioni in contenuti che altrimenti gli artisti non potrebbero mai creare”. In realtà, spiega Computerworld, l’affermazione non è del tutto esatta. Spotify ha recentemente lanciato un documentario, un omaggio alla band rock dei Metallica di cui racconta gli anni della formazione. Questa serie è divisa in quattro capitoli e prevede interviste esclusive, rari filmati d’archivio e ovviamente playlist collegate. Si tratta di un primo esempio di possibile nuova direzione intrapresa da Spotify.

In effetti Apple ha investito considerevolmente a supporto di più artisti, siglando ad esempio l’accordo per l’esclusiva di Frank Ocean ma anche con celebrità quali Taylor Swift, Anderson Paak e altre ancora. Glass dice di non poter specificare i dettagli ma afferma che “un sacco di video non sarebbero esistiti senza il coinvolgimento di Apple”.

Le esclusive su Apple Music sono accompagnate da “contenuti a valore aggiunto”. Offre tutto ciò che aiuta gli artisti a creare grandi video, predisporre live streaming, creare articoli da collezione e altro ancora. Glass spiega che in tutto questo c’è “L’intimo coinvolgimento creativo da parte di Apple, arrivando alla regia dei video”.

Il mondo della musica in streaming è fondamentale per il settore in tutto il mondo. In Italia i dati rilevati da Deloitte per FIMI (Federazione Indsutria Musicale Italiana) e relativi al primo semestre del 2016 certificano il sorpasso del digitale, guidato dallo streaming, sul prodotto fisico a livello nazionale. Il segmento digitale è oggi il 51%, trascinato dall’imponente crescita dei servizi di streaming, che rappresentano il 40% del mercato totale e segnano un incremento del +51%.

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