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Jobs tra Amazon, Kindle e l’iTablet fantasma

Ogni otto minuti su Twitter compare un nuovo messaggio che fa riferimento diretto o indiretto al famigerato iTablet di Apple. Arriva, non arriva, come sarà ? Ci sarà ? E quanto costerà ? Manca poco che la gente chieda se sarà  compatibile con il Mighty Mouse (pare di no, ma non è mai detto!). Comunque l’argomento è caldo.

E non poteva non essere altrimenti, visto che si tratta di un segreto di pulcinella che Apple sta lavorando a questo tipo di apparecchio. Tanto che nella conversazione che Steve Jobs ha avuto in esclusiva con David Pogue, famoso giornalista del New York Times, autore della serie Missing Manuals e pure accusato per questo di conflitto di interesse, come abbiamo scritto qui, saltano fuori particolari alquanto interessanti per chi si diletta a decodificare i segnali cabalistici provenienti da casa Apple e dal suo Grande Capo.

Nell’incontro Jobs e Pogue hanno parlato di iPod touch a cui manca solo la macchina fotografica (si tratta davvero di un bug hardware di cui Apple si è accorta all’ultimo?), di dieta per tornare in forma dopo l’operazione e la convalescenza e, ovviamente, di iTablet.

Messo in sicurezza anche il tema della salute, che ha tanto angustiato azionisti e appassionati, si arriva finalmente al tema che ha fatto titillare tutta la rete per mesi: il tablet. David Pogue, che è uno furbo, ci arriva di sponda, in maniera tale da costringere Steve Jobs – che ha stabilito la regola che Apple non parla mai di prodotti futuri e non ancora annunciati – a scoprirsi un po’. La domanda è relativa quindi al Kindle, il lettore di libri elettronici di Amazon, sul quale Steve Jobs è stato molto critico, arrivando a dire un paio di anni fa che non fosse pronto per la commercializzazione e soprattutto che fosse inutile perché la gente legge sempre meno.

Adesso la musica è cambiata, come potete leggere dalla risposta di Jobs: “Sono sicuro che ci saranno sempre degli apparecchi dedicati a una sola funzione e che ci possano essere anche dei vantaggi nel fare solo una cosa. Ma ritengo che gli apparecchi generalisti alla fine abbiano la meglio nel mercato. Perché sono convinto che la gente non voglia pagare per un altro apparecchio dedicato da portarsi dietro e che fa solo una cosa, per quanto bene”. Apple, aggiunge Jobs, non vede oggi come oggi quello degli ebook come un grosso mercato e sottolinea che Amazon non dichiara quanti Kindle abbia venduto: “Di solito – conclude Jobs – se vendi tanto di qualcosa poi lo vuoi andare a dire a tutti”.

Cosa si capisce da questa frase e da altri segni criptici di questi giorni (come i nuovi CD-LP con tanto di fumetti-possibili-proto-eBook, di cui abbiamo parlato qui) c’è la possibilità  che Apple stia cambiando atteggiamento riguardo al tema dei tablet. E che possa voler integrare – come peraltro già  accade con il software di Amazon Kindle per iPhone – anche la lettura dei libri nei suoi nuovi ipotetici apparecchi, oltre che video, musica, giornali, web, posta e quant’altro. La critica a Kindle, è riuscito ad ottenere il furbo Pogue, non è più “il Kindle è inutile, la gente non legge”, ma “l’apparecchio monofunzione non serve, la gente non legge abbastanza”. Cosa che implicitamente non nega possa invece esserci abbondante mercato per un altro apparecchio innovativo e generalista.

Dopotutto, Apple non rallenta – nonostante la malattia di Jobs – il ritmo della sua innovazione e nuovi prodotti sono in arrivo: “Sono nella fase in cui vengono rifiniti gli ultimi dettagli”, ha detto Jobs a Pogue, senza specificare di quali prodotti si tratti. Forse un iTable? Per scoprirlo, secondo i bene informati, non occorre aspettare troppo tempo.

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