Le memorie flash si avviano ad una precipitosa discesa dei prezzi. All’origine del prospettato calo dei costi c’è Samsung, il principale produttore di NAND Flash del mondo, che ha avviato ieri la produzione di chip da 4 Gbit con tecnologia 70 nanometri, la più avanzata oggi al mondo.
Questo tipo di processori rappresenta un importante passo avanti nel campo nell’ambito delle flash che fino ad oggi erano prodotte (anche nel taglio da 4 Gbit) con una circuiteria di 90 nanometri. L’affinamento, come nel campo dei semiconduttori per CPU, significa più velocità (quasi doppia rispetto ai chip da 90 nanometri), minor consumo ma soprattutto la possibilità di ricavare tagli di memoria più grandi con wafer più piccoli.
Grazie ai chip da 70 nanometri e al passaggio ad una nuova linea di assemblaggio Samsung potrà produrre dal 50 al 60% di chip in più rispetto ad oggi utilizzando la stessa quantità di materiali determinando un salto in avanti della capacità di output dei suoi stabilimenti. Poiché Samsung copre oggi circa il 60% della produzione mondiale di memorie flash NAND e poiché anche la concorrenza, rappresentata da Toshiba che controlla il 25% del mercato, sta per passare a tecnologia a 70 nanometri, gli analisti pensano che si scatenerà una precipitosa discesa dei prezzi.
Entro fine anno i chip da 2 Gbit, un tipo comune di chip per memorie flash, potrebbero dimezzare il costo attuale che è mediamente di 7$; entro la fine del 2006, grazie al debutto di altri piccoli produttori, il costo potrebbe di nuovo dimezzarsi arrivando, dunque, a 1,25$. Per i consumatori, in termini pratici, le schede di memoria flash potrebbero costare addirittura un quinto di quanto costano oggi già entro fine anno.
Se queste previsioni fossero rispettate i riflessi sul mondo dei dispositivi consumer potrebbero essere enormi. Dispositivi da tasca, player musicali, cellulari intelligenti, fanno tutti uso di memorie flash che incidono in maniera determinante, in qualche caso sul costo finale del prodotto.