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Microsoft chiude l’impianto di Salo, fu la culla del boom Nokia

Microsoft ha confermato che chiuderà definitivamente l’ex fabbrica per la produzione di cellulari di Salo, in Finlandia, un passo che significa il licenziamento di 2300 dipendenti. Ne parla Reuters spiegando che gli esuberi sono parte di un taglio di 7800 posti a livello mondiale già annunciato a luglio. Altri due impianti che si trovano a Espoo e Tampere rimarranno per il momento aperti, ma la chiusura di Salo è particolarmente dolorosa visto che qui sono nati tanti telefoni della Nokia e il peso sociale che comporterà la chiusura.

La città ha circa 50mila abitanti e la sua economia ha ruotato fin dalla nascita di Nokia intorno all’impianto che produceva smartphone e che può essere considerato la culla stessa dei telefoni dell’azienda finlandese. In passato nello stabilimento hanno lavorato fino a 5000 persone; lo smantellamento dell’impianto è iniziato con le scelte strategiche di Nokia che già nel 2012, per ridurre i costi, aveva spostato grande parte della produzione che avveniva a Salo in Asia.

Secondo alcune valutazioni del governo Finlandese, che ha criticato le scelte di Microsoft e che ha un piano di supporto specifico per la riconversione industriale della zona di Salo, un quinto dei posti di lavoro dell’area intorno alla città, dipendevano dall’impianto Nokia. I dati statistici dicono che il tasso di disoccupazione di Salo è già oggi al 15%, molto al di sopra del 9,6% medio della Finlandia. La chiusura dell’impianto potrebbe portare la disoccupazione al 20%. Le tasse percepite dalla municipalità e derivanti dall’attività industriale sono passate da 60 milioni di euro a 10 milioni di euro, con ricadute pesantissime anche sui servizi, come scuole e sanità.

L'impianto di Salo, ai tempi di Nokia
L’impianto di Salo, ai tempi di Nokia

D’altra parte le scelte strategiche conseguite all’acquisizione di Nokia, concepita dall’ex CEO di Microsoft Steve Ballmer, sono ormai mutate. Il nuovo CEO attuale Satya Nadella, ha riconsiderato la strategia mobile della società orientandola verso i servizi piuttosto che verso l’hardware. Windows Phone non esiste più e il sistema di riferimento è ora Windows 10; il Microsoft Devices Group (MDG) è stato assorbito da una nuova divisione interna denominata Windows and Devices Group (WDG). L’ex CEO di Nokia, Stephen Elop, da molti a suo tempo considerato un potenziale candidato ad assumere il ruolo di amministratore delegato a Redmond è stato prima marginalizzato e poi, di fatto, licenziato.

Gli ultimi dati di Gartner evidenziano per Windows un market share del 2.5% nel mercato globale degli smartphone. Anche se grazie ai cosiddetti “feature phone” (telefoni a basso costo) di Nokia, ancora molto popolari in paesi in via di sviluppo, Microsoft è il terzo produttore al mondo, preceduta solo Apple e Samsung, i margini che Redmond ricava da questo business, quello della costruzione dei telefoni, sono marginali e non giustificano i costi che ha la gestione di un impianto collocato in un paese occidentale, dove i costi di produzione sono molto tangibili.

Nokia (tutto ciò che rimane della vecchia società e che a suo tempo non è stato acquisito da Microsoft), ha confermato di voler tornare sul mercato smartphone nel 2016, anno nel quale scadranno alcune specifiche clausole contrattuali che al momento gli impediscono di commercializzare dispositivi. Anziché commercializzare suoi prodotti, Nokia potrebbe ad ogni modo offrire a terze parti licenze di smartphone progettati “in casa”. Questa notizia ha dato speranza agli abitanti di Salo che ora auspicano la cessione dello stabilimento alla vecchia azienda che l’aveva aperto; la municipalità conferma che sono in corso trattative con non specificate realtà imprenditoriali, interessate al grande know how presente nella zona e alle professionalità che si sono formate nel corso dei lunghi anni.

Qui sotto un vecchio filmato mostra come funzionava l’impianto di Salo

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