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L’app per i contatti Coronavirus nei Paesi Bassi mostra i dati nascosti

Nei Paesi Bassi è stata individuato un “data leak” (fuga di dati), in altre parole una esposizione involontaria di dati legati ad un’app per la gestione del contact tracing dei soggetti risultati positivi al virus e delle persone potenzialmente venute a contatto con tali soggetti.

Stando a quanto riferisce il quotidiano belga De Standard è stato possibile ricavare circa duecento nomi, indirizzi mail e password cifrate, dati memorizzati nell’app “Covid19 Alert!”. I dati, non si comprende perché, erano accessibile da una diversa app degli sviluppatori, un problema causato secondo gli sviluppatori dalla fretta e “da un errore umano”.

“Covid19 Alert!” è un’app che, sulla falsariga di quanto sarà possibile da maggio con l’app “Immuni” in Italia, dovrebbe offrire misure di contrasto al coronavirus. “L’app consente di comprendere se con il nostro telefono siamo stati vicini a quello di un paziente con il Covid-19”, ha spiegato in precedenza a De Standaard,  Wouter Van Hecker, uno degli sviluppatori. Il sistema tiene conto della prossimità sfruttando il Bluetooth. L’app in questione è stata scelta tra sei diverse proposte; gli sviluppatori hanno successivamente presentato anche il codice sorgente ed è da qui che alcuni esperti hanno individuato la falla. Il problema è stato nel frattempo risolto, gli sviluppatori hanno invitato le persone che hanno usato l’app ad eliminare i dati memorizzati ed è stata altresì informato il Garante olandese per la protezione dei dati personali.

Uno dei modi che consentirebbe di risolvere problemi di “data leaks” è sfruttare un meccanismo “decentralizzato”, memorizzando in altre parole i dati esclusivamente sui dispositivi del singolo cittadino. Una implementazione di questo tipo era quella denominata DP-3T, purtroppo a quanto pare esclusa dal modello di conformità europeo delineato dal Consorzio PEPP-PT (ci sta spostando verso un modello centralizzato, con tutte le potenziali problematiche possibili). A questo indirizzo un nostro articolo con perplessità sull’app italiana in arrivo.


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