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Nel mirino di Murdoch c’è Skype?

Secondo David X. Cringley, giornalista e commentatore della Pbs (l’autorevole network pubblico statunitense, quello che organizza per intendersi il faccia a faccia ufficiale tra i candidati alla presidenza degli Stati Uniti), Rupert Murdoch, il magnate austrialiano dei media (sua News Corp. e Sky) starebbe per compare Skype, fornitore di connessione Voice over Internet Protocol.

La più popolare tra le aziende che distribuiscono i software per questo nascente business, con 142 milioni di donwload e circa 20 milioni di utenti attivi, è nata in Lussemburgo ed è considerata al centro di una delle tecnologie più “calde” del momento. L’ipotesi di acquisto – per tre miliardi di dollari – sarebbe secondo Cringely “molto vicina”: questa settimana o forse la prossima.

L’offerta di Murdoch potrebbe essere di tre miliardi di dollari, e questo permetterebbe di creare un benchmark del valore dei clienti di Skype, che sarebbe di circa 150 dollari. Si tratterebbe del primo punto di riferimento per l’intero settore del VoIP, che conta moltissime software house – alcune delle quali italiane – impegnate nella commercializzazione di servizi di telefonia attraverso la rete.

Il giornalista arricchisce l’indiscrezione, sinora inedita nella stampa internazionale, con due valutazioni. La prima relativa alla profittabilità  di Skype. A differenza di altre aziende come Hotmail e Icq, rispettivamente acquistate da Microsoft e America OnLine alcuni anni fa pagando cifre altissime, le possibilità  di fatturare per Skype sono molto concrete con i servizi a pagamento SkypeIn e SkypeOut (per telefonare e farsi telefonare dalla rete convenzionale).

Si tratterebbe di un business profittevole perché offre alternative a prezzi più bassi rispetto a quello delle Telco convenzionali, e quindi è ragionevole una migrazione di utenti da queste ultime alla tecnologia più economica.

La seconda valutazione di Cringely è relativa alla mossa di Murdoch: perché il patron della televisione internazionale e non una società  di tecnologia pura? Da un lato, sostiene il giornalista, non è possibile che sia una compagnia telefonica o un provider di accesso Internet ad acquistare Skype senza “rovinarlo”, dall’altro è probabile che la mossa di Murdoch sia una tattica per generare distrazione nel mondo dei grandi media, attualmente attratti dalla debolezza della dirigenza (e finanziaria) di News Corp.

Di sicuro, sostiene Cringely, è più probabile un’acquisizione che non la quotazione in Borsa della start-up europea. La tecnologia è matura, i clienti ci sono, tutto va troppo bene perché qualcuno non arrivi a prendere il controllo della società . Arricchendo i suoi fondatori e portandola nell’alveo dei big dell’industria. Il dubbio è di quale industria si parli: tecnologia o media?

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