La lista dei clienti per Parallels è notevole: CompUSA, Staples, Office Depot, Fry’s Electronics e l’immancabile Amazon. Ma c’è di più: il software per la virtualizzazione dell’ambiente Windows all’interno dell’ambiente Mac (quindi in parallelo, da cui il nome, e non in alternativa come succede con Boot Camp della stessa Apple) sbarcherà tra pochi giorni anche nei negozi della stessa casa di Cupertino, quegli Apple Store a mezz’ora al massimo d’auto dai quali vive il 70% della popolazione americana.
Si tratta di un’ottima opportunità per l’azienda che ha realizzato il primo prodotto in grado di far sfruttare Windows in ambiente Mac per scopi “professionali”, dato che potrà così incontrare praticamente la totalità del mercato di utenti della casa della mela morsicata. Boot Camp, che è scaricabile gratuitamente dal sito di Apple, invece, si presenta come un sistema con una maggior vocazione per un uso intensivo della Cpu (visto che viene gestito un solo sistema operativo alla volta) e quindi, probabilmente, migliore per i giochi e meno importante per le applicazioni business. Con Parallels, insomma, si potrà tranquillamente usare Outlook insieme a MacOs X, mentre con Boot Camp ci si potrà scatenare con Flight Simulator X (di prossima uscita).
Ancora non è chiaro invece cosa accadrà dopo agosto, quando sarà stato presentato MacOs X 10.5, ovvero la nuova versione del sistema operativo che potrebbe presentare una forma di virtualizzazione in parallelo o un manager per il boot della macchina direttamente integrati all’interno del sistema operativo. Non ci sono “rumors” credibili al riguardo, anche se appare improbabile che Apple voglia integrare l’ambiente Windows direttamente all’interno del suo.
Parallels sarà nei negozi alla fine di agosto, e contemporaneamente è già in vendita a 79,99 dollari anche sul sito della casa produttrice