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Per IDC la fine della pandemia porta al crollo dei ChromeBook

La pandemia è stata per molti versi uno spartiacque e ha cambiato tante cose. Una di queste è la vendita di dispositivi utilizzati da centinaia di milioni di persone. Chiusi in casa, con la novità della scuola a distanza (la famigerata DAD) e con una serie di altri problemi (avere un portatile per chi aveva il fisso chiuso in ufficio, ad esempio) ha portato all’esplosione di alcune quote di mercato. Lo abbiamo visto con Apple, che ha superato però in maniera quasi indenne la trimestrale appena rilasciata, lo stiamo vedendo con i Chromebook.

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Le ragioni del calo

Ci pensano le analisi di IDC a mettere in chiaro alcuni passaggi. Mentre le spedizioni di tablet a livello mondiale crescono, i Chromebook devono affrontare una realtà diversa. Quando il mondo è andato online a causa della pandemia, i produttori di tablet e Chromebook hanno visto un aumento della domanda a causa della scuola e del lavoro virtuale. Ora che la pandemia è passata, la domanda di tablet e Chromebook risente delle conseguenze, sostiene la società di analisi.

Le spedizioni di tablet hanno registrato una crescita dello 0,15%, raggiungendo 40,5 milioni di unità nel secondo trimestre del 2022, secondo l’analisi di mercato di IDC. Secondo quest’ultima nel trimestre le spedizioni di tablet sono state superiori al previsto grazie a un’implementazione più fluida nei progetti educativi e a diverse vendite promozionali.

Anuroopa Nataraj, analista di ricerca senior presso il Mobility and Consumer Device Trackers di IDC, dice che i tablet continuano ad essere molto richiesti perché rappresentano un’alternativa più economica ai PC.

Invece, le vendite di Chromebook hanno continuato a diminuire, con una crescita delle spedizioni su base annua del 51,4% e solo 6 milioni di unità spedite nel secondo trimestre del 2022. Secondo IDC, il calo era previsto a causa dell’accumulo di scorte e dei cambiamenti nella domanda del settore dell’istruzione.

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Non è ancora iniziato l’Armageddon

Nonostante il forte calo delle spedizioni, i volumi dei Chromebook sono ancora superiori ai livelli pre-pandemia. Jitesh Ubrani, research manager del Mobility and Consumer Device Trackers di IDC, dice che la pandemia ha comunque portato cambiamenti positivi al mercato dei Chromebook.

“L’esigenza di apprendimento a distanza – dice Ubrani – ha accelerato i piani delle scuole per raggiungere un rapporto 1:1 tra PC e studenti e questo rapporto continuerà probabilmente a mantenersi in futuro e, anche se le spedizioni di PC diminuiranno in altre categorie, Chrome continuerà a mantenere questi livelli elevati”.

Ma quanto potrà durare la vendita di Chromebook e quale potrebbe essere lo scontro definitivo per l’avanzamento di questa tecnologia? Il segreto sta dietro alla macchina di Google, che sta convincendo uno Stato dopo l’altro (come in Italia, ad esempio) a utilizzare i suoi servizi cloud per le scuole primarie e secondarie. Utilizzare il cloud e vincolarsi così alla piattaforma di Google, cosa che poi porta automaticamente all’acquisto dei Chromebook che hanno il vantaggio della “leggerezza” nell’impiego e soprattutto nella manutenzione.

Il vantaggio dei Chromebook rispetto alla concorrenza sta nel fatto che in realtà è tutto nel cloud e quindi sia le app sono sempre aggiornate per definizione, sia i dati sono al sicuro se per caso il computer si rompe (basta prenderne un altro ed entrare con le credenziali). Inoltre la loro semplicità li rende anche più “solidi” per usi solo scolastici, meno rischio virus o altri problemi e rimane solo la possibilità che le credenziali vengano rubate o comunque distribuite a più persone. Ma il rischio è relativo perché non ci sono dati che fanno parte della vita privata degli studenti (foto, etc).

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La sfida dei tablet

D’altro canto, ci sono anche i tablet, sia quelli di Apple che quelli Android, che stanno guadagnando rapidamente terreno. E prendono spazi che sono impossibili per un computer più strutturato, perché possono avere fatto di forma i più diversi e usi più flessibili. ChromeOS non è infatti un buon sistema operativo per i tablet, mentre Android sta decisamente migliorando e iPadOS sta diventando un sistema sempre più maturo e vicino all’utilizzo di un computer tradizionale pur mantenendo un equilibrio e leggerezza superiore a quello ad esempio di Windows 11 in versione tablet.

ZDNet nelle scorse settimane ha valutato una serie di tablet decidendo che il migliore di tutti in assoluto, con una configurazione con 256 GB di memoria, è l’iPad di nona generazione con schermo 10,2 e processore A13 Bionic, seguito da Amazon Fire HD 10, Samsung Galaxy Tab S8 Ultra, Microsoft Surface GO 3, e poi da iPad Pro 11 pollici versione 2021 con M1, Microsoft Surface Pro X, e infine iPad Air di quinta generazione con schermo da 10,9 pollici e processore M1.

Secondo la rivista online su sette tablet presenti in altrettante categorie quelli di Apple risultano i migliori in quattro casi. E solo perché le tre categorie Samsung, Microsoft e Amazon erano limitate ai tablet di quelle aziende.

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