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Rubate foto private di star di Hollywood: “Colpa di un bug di iCloud”

iCloud potrebbe non essere un posto sicuro. A riferirlo diversi siti che nelle ultime ore stanno divulgando la voce di un probabile furto di foto private delle celebrità acquisite tramite i propri dispositivi iOS, attraverso un bug, almeno questo si scrive nei primi articoli apparsi on line, del sistema Apple.

La vicenda sta facendo grande scalpore perchè i personaggi coinvolti sono di primo piano. Una delle figure più popolari ad avere vista violata la propria privacy è Jennifer Lawrence, protagonista di film come Hunger Games e X-Men e vincitrice anche di un Oscar per “Il lato positivo”. Ma nel mirino degli hackes sono finite anche Kirsten Dunst (Spider Man), Wynona Ryder, le cantanti Avril Levigne e Rhianna, oltre a starlettes più o meno note come  Mary Elizabeth Winstead, Mary Kate Olsen, Hilary Duff, Kim Kardashian,  Aubrey Plaza.

L’hacker avrebbe cercato di vendere le foto a TMZ, notissimo sito di gossip che ha già pubblicato e poi rimosso gli scatti incriminati di Jennifer Lawrence a seguito della chiara richiesta di un suo portavoce che, appellandosi alla segnalazione del fatto alle autorità, ha minacciato di perseguire legalmente qualsiasi sito web pubblicherà le foto private dell’attrice.

A conferma di quanto emerso alcuni tweet della collega Mary Winstead che ha espresso il suo disprezzo per tutti coloro che guarderanno le foto private che la ritraggono in scene di intimità con il marito, immagini che secondo quanto racconta erano state cancellate “molto tempo fa”. Quest’ultima dichiarazione per ovvie ragioni lascia intendere che apparentemente le foto cancellate su iCloud non vengono eliminate veramente, restando probabilmente disperse sui server di Cupertino.

Curioso il fatto che, oltre alle foto, nella vicenda si parla anche di video, file che attualmente non funzionano con il My Photo Stream di Apple: ciò probabilmente lascia pensare che il furto dei file privati non è avvenuto solo per mezzo di iCloud, ma anche a seguito di una violazione di altri servizi. Non è quindi confermato il fatto che iCloud sia il reale, o se non altro, l’unico colpevole.

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