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Con il roaming europeo è tutto un altro mondo

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È una di quelle normative che non sembra, ma hanno veramente cambiato la vita a molte persone: parliamo del Roaming Like At Home (RLAH), “figlio” del regolamento omonimo emanato dalla Commissione europea con numero 531/2012, che ha istituito le regole che consentono da sei anni ai cittadini europei di spostarsi in altri paesi dell’unione con la possibilità di usare la propria tariffa di telefonia mobile.

Il cambiamento si innesta sopra un altro cambiamento epocale che sta avvenendo in questi ultimi tre-quattro anni in tutti i paesi europei con il crollo dei prezzi delle tariffe di telefonia mobile dei vari operatori.

In un regime di concorrenza sempre più serrata come è il mercato europeo, le tariffe sono diventate anno dopo anno sempre più convenienti e si sta vivendo una fase di ulteriore “mobilizzazione” post-PC grazie anche a un uso sempre più ampio dei telefoni cellulari per fare tutto.

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Il vecchio e costoso modello delle telco

Oggi è così, ma fino a pochi anni fa era tutto molto diverso. I più giovani non lo ricordano o proprio non lo sanno, ma un tempo si pagava anche per ricaricare il cellulare, e poi il costo dei dati e dei minuti di telefonate e persino degli SMS era semplicemente stratosferico. Oggi le tariffe con minuti e SMS senza limiti e con un quantitativo di gigabyte che è praticamente impossibile consumare in un solo mese sono molto comuni e costano pochissimo, rispetto al passato. Ma la concorrenza in sede nazionale non è l’unico beneficio di cui abbiamo goduto.

Il vantaggio maggiore per chi oggi vive l’epoca moderna è il roaming europeo. Scriviamo “epoca moderna” perché, rispetto al 1991 quando è stata fatta la prima telefonata su rete GSM (e dalla metà degli anni Ottanta quando è stata avviata la telefonia mobile analogica TACS).

La sigla GSM è l’acronimo del gruppo francese che ne aveva curato lo sviluppo originale (Groupe Spécial Mobile) e l’Europa nella quale arrivava la tecnologia era un’Europa profondamente diversa. In cui non c’era compagnie aeree low cost, non c’era l’Euro (e quindi ogni stato aveva la sua valuta), non c’erano gli accordi di Schengen in vigore e quindi occorreva il passaporto per viaggiare (anche se in alcuni casi era già possibile farlo con la carta di identità) e c’erano i doganieri lungo i confini, con posti di blocco e riconoscimento obbligatorio.

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Foto di Daria Nepriakhina 🇺🇦 su Unsplash

 

Un’Europa giovane, hi-tech e low cost

Un’epoca in cui non c’erano VoIP e WhatsApp, per cui non si potevano mandare messaggi o fare chiamate a costo zero tra persone che vivevano in posti diversi d’Europa. Questo dalla prospettiva italiana, soprattutto nel centro-sud del Paese, era relativamente meno importante vista la distanza dai confini, ma comunque significativa per viaggi di lavoro e turismo e poi per il mantenimento dei rapporti con chi era all’estero (dai migranti alle prime generazioni di studenti Erasmus).

La carta di credito era un privilegio per ricchi, all’estero si pagava con i Traveler’s cheque e in generale andare al di là dei confini era molto raro. Eccezione nel nord del nostro paese per via della vicinanza con i confini. Nell’Europa continentale, invece, soprattutto nel centro (che si stava allargando verso est con il crollo del muro di Berlino), dove cioè i confini si intrecciano, per chi abitava in Belgio, Germania, Francia, Olanda era facile passare da un paese all’altro e magari avere attività di lavoro o studio da portare avanti.

Come disse l’amministratore delegato di Ryanair, la prima low cost europea, Michael O’Leary, la sua azienda stava cambiando la geografia mentale delle persone, avvicinando le lontananze. Gli irlandesi, paese di forte emigrazione e luogo in cui è nata Ryanair, all’improvviso potevano spostarsi molto più facilmente.

Chi per lavoro era a Londra poteva tornare per il fine settimana a casa dai parenti, oppure farsi una casa al mare in posti lontani, economici e bellissimi. La stessa cosa è successa anche in Italia e pian piano con le tecnologie digitali, la diffusione dell’inglese, le low cost e i programmi di studio e lavoro sempre più integrati, le persone hanno cominciato a spostarsi in maniera sempre più numerosa.

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Una vecchia asimmetria da risolvere

In quell’Europa molto diversa e anche legislativamente meno integrata di oggi, le distanze erano enormi e ci si spostava solo per emigrare. Magari per qualche anno. All’improvviso è diventato possibile spostarsi solo per qualche giorno, per lavoro o per vacanza. Il raggio di azione delle persone si è allargato moltissimo. Ma rimaneva una contraddizione: il rapporto con il proprio telefono cellulare.

Da poco prima che Apple presentasse iPhone, nel 2007, i telefoni avevano acquistato caratteristiche fondamentali. Buona parte della conversazione che un tempo si faceva solo in voce era diventata scritta, con i messaggi e l’email. Questa conversazione però si interrompeva bruscamente per chi non aveva le tariffe adeguate durante le trasferte, sempre più numerose, all’estero. È qui che è intervenuta la Commissione europea che ha giocato una carta fondamentale: il roaming europeo.

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Cosa cambia il roaming per le telco

Il regolamento del 531 del 2012 che ha istituito il Roaming Like At Home è stata una delle norme di legge europee più importanti, assieme agli accordi di Schengen sulla rimozione delle barriere doganali che permettono di dare gambe ai principi della libera circolazione delle persone e dei lavoratori nell’Unione.

Un ope legis che ha costretto le aziende di telecomunicazioni, a lungo monopolisti naturali, a riposizionarsi in un mercato completamente diverso, nel quale è obbligatorio permettere alle persone di spostarsi da un paese europeo all’altro senza più barriere.

Anche se ci sono delle dolorose eccezioni: il Principato di Monaco non partecipa e soprattutto la Svizzera non partecipa, più altre piccole enclave europee e più alcuni paesi dell’est che oggi sono per molti altri versi perfettamente integrati nelle routine di vita e di viaggio dei cittadini europei.

Il RLAH non è costruito in maniera semplicissima. Mentre prevede che si possano usare minuti e SMS previsti dalla propria offerta in qualsiasi altro paese, per quanto riguarda i dati occorre seguire una formula e fare un calcolo. Il quale calcolo oltretutto cambia quasi ogni anno perché i gigabyte sono una frazione di quelli totali dell’offerta, calcolati con un coefficente tabellare che progressivamente aumenta nel tempo. È prevista anche la diminuzione del costo dell’extrasoglia in caso di superamento del limite, seguendo le stesse regole tabellari.

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Come si calcola il roaming like at home

Per i più curiosi, ci sono vari parametri e novità normative di cui tenere conto. Tanto per cominciare, lo scorso primo gennaio il massimale per giga è sceso da 2 a 1,80 euro IVA esclusa e sarà valido sino alla fine dell’anno. L’attuale formula per calcolare i giga disponibili per il roaming UE (a meno che l’operatore non decida di concederne di più) è la seguente: Volume di GB = [importo della propria spesa mensile (IVA esclusa) / 1,80] x 2.

Grazie al Regolamento 2022/612 del primo luglio dello scorso anno, non solo il Roaming Like At Home è stato esteso per altri dieci anni, ma ci sono le prossime soglie di volume dei gigabyte: dal primo gennaio 2024 il massimale scenderà a 1,55 euro (IVA esclusa) per GB, dal primo Gennaio 2025 sarà pari a 1,30 euro (IVA esclusa) per GB, dal primo Gennaio 2026 calerà a 1,10 euro (IVA esclusa) per GB e, a partire dal primo Gennaio 2027 in poi, arriverà a 1 euro (IVA esclusa) per GB e tale dovrebbe rimanere fino alla scadenza, prevista per il 30 giugno 2032.

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Paese che vai, roaming che trovi

I paesi nei quali attualmente è possibile usare il RLAH sono moltissimi, perché includono sia quelli della Ue che quello dell’area economica europea e, in aggiunta, anche l’Ucraina (che ha iniziato le procedure di entrata nell’Unione europea, oltre a essere attualmente in guerra con la Russia).

I paesi sono: Austria, Belgio, Bulgaria, Cipro, Croazia, Danimarca, Estonia, Finlandia, Francia, (inclusi Guadalupa, Guyana francese, La Reunion, Mayotte, Martinica) Germania, Gibilterra, Grecia, Irlanda, Islanda, Italia, Lettonia, Liechtenstein, Lituania, Lussemburgo, Malta, Norvegia, Olanda, Polonia, Portogallo, Repubblica Ceca, Romania, Slovacchia, Slovenia, Spagna, Svezia, Ungheria.

Rimane il Regno Unito che, a seguito della Brexit è uscito dall’Unione europea ma gli operatori italiani hanno deciso di mantenerlo nello spazio del RLAH. È una decisione presa dai nostri operatori (e da tutti quelli degli altri paesi europei che partecipano) e come tale probabilmente destinata a essere interrotta nel medio-lungo periodo se non ci saranno degli accordi internazionali particolari.

 

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