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Samsung: batteremo Apple con la sua stessa passione

Samsung copia Apple o Samsung non copia Apple? Ognuno fornisce la sua opinione su una delle tematiche che in questi ultimi mesi occupa non solo le pagine delle testate specializzate, ma anche le aule dei tribunali, dove le sentenze dei giudici sono sicuramente più influenti quelle dell’opinione pubblica.

Sta di fatto che, numeri alla mano, Samsung al momento è l’unica azienda che riesca a tenere il passo – commercialmente parlando – di Cupertino. Nokia è in una crisi di cui è sempre meno facile comprendere come potrà essere risolta, Motorola e HTC accusano il colpo, mentre Amazon, nonostante gli ottimi risultati, sembra abbastanza attenta a non sovrapporre il suo mercato a quello della Mela in maniera esplicita.

Samsung invece non perde colpi e con la sua linea di prodotti Galaxy – copiati o non copiati che siano, qui le opinioni divergono in maniera radicale e difficilmente componibile – accumula profitti, sebbene di molto inferiori, e sfida la Mela. Qual è dunque la differenza fra Samsung e gli altri concorrenti? Lo spiega Younghee Lee, responsabile marketing dell’azienda coreana, la mente dietro agli ultimi spot della campagna “The Next Big Thing”, lanciata in USA ai danni del solito iPhone.

“Negli USA in particolare la gente è ossessionata da Apple. E’ tempo di spostare l’attenzione della gente”. Come? qualcuno dirà che Samsung ha nuovamente copiato; qualcun altro invece che ha solo imparato dall’avversario. Come Apple, la società di Seul ha smesso di sciorinare numeri, specifiche tecniche, quad, o dual core.

L’attenzione ora è sul linguaggio dei consumatori e non degli addetti ai lavori. Si parla di emozioni, sensazioni, cioè che la gente può percepire e sentire suo, come sempre Apple ha insegnato. “Nessuno parla il linguaggio dei cliente. Ho visto un grande potenziale e ho tentato di interpretare la loro difficoltà tecnologia con il linguaggio dei consumatori” dice Lee a proposito della nuova campagna per il Galaxy S II.

Proveniente da un background nel settore della cosmetica, Lee cita un esempio che gli è famigliare: “Spesso le gente crede che i cosmetici siano una scatola di speranze o illusioni. Ma in realtà sono studiati su scienza e innovazione tecnologica.” Così anche per gli smartphone: “Un dispositivo mobile può essere un simbolo di quello che sei; tante persone pensano: quello che ho fra le mani sono io”.

Sembra quindi che Samsung abbia imparato (qualcuno userà il termine “copiato”) la lezione da Apple stessa. il futuro ci dirà se anche gli altri concorrenti sapranno imparare la lezione adottare lo stesso linguaggio nei confronti dei consumatori.

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