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Scandalo in Finlandia: a Elop un bonus da 25$ milioni per vendere Nokia

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La “fine” di Nokia per come la conosciamo, cioè il più grande produttore di telefoni cellulari made in Europe, è stata una notizia che ha rattristato molti. L’idea di perdere l’eccellenza europea non fa piacere in nessuna capitale del Vecchio continente e segnala ancora una volta come la continua e rapidissima trasformazione tecnologica dei mercati rischia di mettere fuori gioco intere aree geografiche. Microsoft compra la parte di telefonia mobile di Nokia e in molti si sono chiesti se questo esito non si sarebbe potuto evitare. L’azienda, d’altro canto, a suo tempo ha fatto tutto quel che poteva per sbagliare, prima ignorando la “rivoluzione” dell’iPhone, poi subendo la concorrenza coreana, e infine scegliendo un manager Microsoft, Stephen Elop, come CEO della “rinascita”. Un CEO che invece ha “ucciso” Symbian e Linux, scegliendo di andare a tutta birra verso il sistema operativo di Microsoft, un percorso che è stato segnato da perdita di quote di mercato problemi di liquidità e con la vendita finale dell’azienda proprio a Microsoft.

Adesso, nel silenzio di buona parte della stampa italiana, che pure si era tanto appassionata alle vicende di Nokia quando si trattava di promuovere nuovi telefonini oppure di puntualizzare che “adesso Nokia e Microsoft faranno vedere ad Apple cos’è l’innovazione”, arrivano notizie a tinte forti dalla Finlandia e queste hanno a che fare con il bonus economico di Elop. È uno scandalo in Finlandia non solo perché il bonus pari a 25 milioni di dollari era garantito non nel caso le cose fossero andate bene, com’è normale, ma anche  se fossero “andate male” per Nokia, cioè una garanzia di essere pagato, anche se fosse successo “l’improbabile”, ma anche perché il chairman di Nokia ha mentito alla stampa sostenendo invece che era lo stesso anche dei predecessori di Elop alla guida di Nokia, quando poi invece si è scoperto che non era così. Il risultato è che in Finlandia ora c’è la sensazione diffusa che si sia trattato quasi di una sorta d’incentivo al fallimento del progetto di rilancio.

Ma capiamo meglio cosa è successo e ricapitoliamo i fatti. Nel 2010 Elop viene “assunto” come CEO. Il suo contratto di lavoro ha una serie d’incentivi e bonus e anche clausole che fanno da paracadute. La scorsa settimana la stampa finlandese e internazionale ha “scoperto” che una di queste clausole porta con sé un regalo da 25 milioni di dollari come garanzia di compensazione nel caso le cose fossero andate male. In pratica, nel caso di una situazione di “cambio di controllo”, come la vendita della divisione telefoni cellulari, Elop avrebbe avuto diritto a un assegno di forte entità calcolata come se il titolo in Borsa avesse “performato” in positivo. Le condizioni necessarie perché questo cambio di controllo facesse scattare l’assegno erano: crollo del valore delle azioni di Nokia, crisi di liquidità dell’azienda, vendita della divisione telefonini a Microsoft per avere il cash che permetta di tenere a galla il resto dell’azienda, valore del titolo di Nokia che rimane al di sotto del livello di quando Elop è stato assunto.

Nokia chairman Risto Siilasmaa

Tutte situazioni giudicate abbastanza improbabili dal board di Nokia che i previdenti legali di Elop sono riusciti così ad ottenere nella negoziazione del contratto del manager con l’azienda finlandese e poi ad ottenere che fossero rispettate quando quelle condizioni si sono puntualmente realizzate. Tanto che la stampa, quando ne è venuta a conoscenza, ha attaccato abbastanza duramente il consiglio di amministrazione di Nokia accusandolo di avere concesso una clausola che era una sorta di incentivo a sbagliare strategia per il manager Nokia, che se ne va con 25 milioni di dollari, torna a Microsoft e con la prospettiva di diventare CEO quando Steve Ballmer andrà “in pensione”, facendo pagare il conto agli azionisti di Nokia che sono poi fondi pensionistici e migliaia di cittadini finlandesi.

I consiglieri di amministrazione di Nokia, guidati dal chairman Risto Siilasmaa (già CEO di F-Secure), a questo punto hanno fatto un passo falso che potrebbe costare loro ancora più caro. Infatti proprio Siilasmaa ha dichiarato alla stampa, che chiedeva lumi sull’accordo, che le clausole erano “essenzialmente le stesse” garantite agli altri CEO prima di Elop. Ma questo si è poi dimostrato falso, come ha scoperto il quotidiano “Helsingin Sanomat”, che è andato a scavare nelle centinaia di pagine dei documenti consegnati alla SEC (la Consob americana) presso la quale le aziende quotate in Borsa hanno l’obbligo di presentare tutti i documenti del proprio lavoro con l’idea che questo serva a dare una corretta informazione al mercato. Il risultato è che Elop è il primo CEO di Nokia ad avere una garanzia che gli permetteva di ottenere una buonuscita in caso le cose aziendalmente non fossero andate per il verso giusto.

Non è una informazione facile da trovare o da capire, serve competenza tecnica, ma lo “Helsingin Sanomat”, che è il più grande quotidiano finlandese a quanto pare prende sul serio l’idea di giornalismo investigativo, non quello basato su magistrati che “passano” faldoni di materiale riservato delle indagini, ma quello del cronista che scava tra gli atti alla ricerca di un senso a domande rilevanti per la comunità. Il risultato della scoperta è stato molto negativo per il consiglio di amministrazione di Nokia, che ha fcercato di differenziarsi dalle scelte operative di Elop ma che ora, l’opinione pubblica finlandese ed europea, vede come sostanzialmente compartecipe alle scelte di vendita dell’azienda e a quelle del management operativo. La stampa si chiede se si sia trattato, insomma, di inettitudine del board di Nokia o di sostanziale condivisione degli interessi.

Adesso, per cercare di salvare la situazione, il board di Nokia ha cercato una soluzione per ridurre il bonus di uscita dall’azienda finlandese di Elop. Alla fine, ecco l’uovo di Colombo: Siilasmaa ha dichiarato alla stampa con un certo orgoglio (in una conferenza nella quale è stato vietato l’ingresso a telecamere e fotocamere) di aver trovato il modo di ridurre del 70% il bonus per Elop facendo pagare la differenza a Microsoft, la quale si è dimostrata magnanime anche perchè i 18 milioni di dollari che deve pagare al manager sono solo briciole a fronte 5,4 miliardi di dollari dell’accordo per l’acquisto di buona parte di Nokia. Tra l’altro, quando Elop nel 2010 era passato a Nokia, aveva ricevuto una “buona uscita” da Microsoft pari a 6 milioni di dollari. Adesso, quello che possiamo definire un manager molto previdente e abile riceve tre volte la stessa cifra dal suo ex datore di lavoro per tornare a casa. I nostri manager di Stato, famosi per uscirsene anche dalle peggiori gestioni possibili con premi milionari prima di andare a guidare altre aziende pubbliche, potrebbero prendere lezione da quanto accaduto nella rigidissima Finlandia

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