Le vicende della Jackling House, proprietà di Steve Jobs nel comune di Woodside, del parco che la circonda e soprattutto della dimora di valore architettonico risalente al 1925, hanno ormai una lunga (e anche abbastanza relativa per le sorti del Mac e della piattaforma della Mela) storia. Più interessante dell’intricata querelle in cui Jobs sta cercando di ottenere l’abbattimento di una casa protetta dalla municipalità ma che il Ceo di Apple reputa “una discarica”, è che nel contesto della vicenda è emerso il profilo di un Jobs ancora in fase convalescenziale.
Ad aprire un piccolo squarcio sullo stato di salute attuale del capo di Apple è stato Howard Ellman, il legale che sta trattando con il comune l’abbattimento dell’edificio. Parlando nel contesto dell’udienza che si è tenuta ieri, Ellman ha giustificato la non presenza di Jobs con ragioni di salute: “Non credo che (Jobs) sia sufficientemente in forze per rimanere qui fino all’una di notte, cosa peraltro molto probabile”. Poche e poco precise parole che però hanno lasciato intuire che la fase di recupero di Jobs non è ancora terminata e che al momento il fondatore di Apple si sta ancora probabilmente sottoponendo a cure.
Ricordiamo che Jobs ha fatto sapere a metà gennaio di essersi allontanato da Apple per un periodo di cure e convalescenza che dovrebbe terminare a fine giugno. Nessuno ha mai spiegato chiaramente di quali disturbi Jobs stia soffrendo; le uniche precisazioni sono giunte da Jobs stesso che poco prima di annunciare la sua assenza aveva detto di avere uno scompenso ormonale. Da tempo il Cedo di Apple appariva magro ed emaciato al punto che qualcuno aveva ipotizzato una ricaduta del tumore che lo aveva afflitto quattro anni fa.
Recentemente, rispondendo ad una precisa domanda di un analista, Tim Cook, che sta svolgendo temporaneamente le funzioni dello stesso Jobs, ha confermato che la data di fine giugno resta quella fissata per il ritorno al vertice della società dell’amministratore delegato della Mela.