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Windows 10 come la dogana, generalità obbligatorie

“Chi siete? Da dove venite? Cosa portate? Dove andate?” La mitica gag di “Non ci resta che piangere” (al netto della richiesta finale di un fiorino con video in calce per chi non ha visto questo cult del cinema italiano) potrebbe essere rievocata alla memoria dalla notizia secondo cui Microsoft obbligherà in future versioni di Windows 10 a creare un account dando a Redmond generalità e tutta una serie di informazioni sull’identità degli utenti.

Di base non c’è nulla di nuovo. Siamo infatti di fronte ad una evoluzione dell’attuale procedura di registrazione. Con Windows 10 già viene richiesto di crearsi una identità Microsoft, ma se con Windows 11 bypassare la creazione dell’account Microsoft non è così facile ( ne sa qualcosa Elon Musk), con Windows 10 è possibile evitare di farlo semplicemente scollegandosi da internet nella fase di installazione, in futuro non sarà così.

Come spiega il sito Neowin nelle procedure di installazione verrà mostrato un messaggio per invitare gli utenti che sfruttano un account locali, come quelli che si possono creare senza Internet, a passare a un account Microsoft.

Windows 10 richiede generalità obbligatorie spingerà gli utenti a creare un account Microsoft
Immagine del sito Neowin

Secondo Microsoft, un account online offre diversi vantaggi, compresa la possibilità di sincronizzare i dati tra più sistemi via internet ma c’è chi non gradisce questo obbligo e fa di tutto per impedire la richiesta di creazione di un account .

La novità è presente nella build  19045.4353; l’aggiornamento sarà graduale e un messaggio specifico apparirà nel Pannello di Controllo di Windows 10. In realtà sarebbe stato già trovato il modo per impedire la comparsa del fastidioso messaggio nel Pannello di Controllo, usando uno strumento denominato ViveTool ma resta il fatto che si è di fronte ad un contesto che sembra stia portando ad una escalation.

Con macOS, Apple permette di creare un account utente locale (un account offline) e non è necessario disporre di una connessione a internet per completare l’installazione del sistema operativo ma schermate successive invitano a creare un account iCloud che è ad ogni modo possibile (almeno finora) bypassare.

Bisogna ora vedere che ne penserà l’UE della necessità di concedere più o meno obbligatoriamente le proprie informazioni personali per accedere al proprio computer usando un sistema operativo che teoricamente non dovrebbe avere alcuna necessità di sapere chi siamo, da dove veniamo, cosa portiamo e dove andiamo.

Microsoft ha un piano anche per aumentare la pubblicità in Windows 11. Per tutte notizie su Microsoft si parte da questa pagina di macitynet.

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