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ZEVO, il progetto ZFS passa nelle mani di GreenBytes

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La tecnologia ZEVO ZFS sviluppata dall’ingegnere di Apple Don Brady per la sua società Ten’s Complement, è stata acquisita dal vendor di soluzioni di storage aziendale GreenBytes. Brady l’ha comunicato sia con un tweet, sia sul sito dell’azienda annunciando che egli andrà a lavorare con il team di sviluppo di GreenBytes.

Per un certo periodo Apple ha valutato e integrato in OS X il codice per l’utilizzo del filesystem ZFS. L’accordo è poi saltato pare per mancanza di accordi con Oracle, detentrice delle proprietà intellettuale sulla tecnologia in questione. Apple stessa reclamizzò nel 2009 il nuovo filesystem nel proprio sito con la pubblicazione dei primi dettagli in anteprima della versione server di quello che sarebbe poi diventato Mac OS X 10.5 Snow Leopard. Apple all’epoca evidenziava i vantaggi per “il deployment di server business-critical” facendo sapere che la versione server di Snow Leopard avrebbe incluso il supporto in lettura e scrittura per il file system ZFS a 128 bit, specificando che esso consentiva funzionalità avanzate come “storage pool, ridondanza dei dati, correzione automatica degli errori, espansione dinamica del volume e snapshot”.

A giugno del 2009 Apple decise di eliminare il supporto ZFS, una scelta che a molti all’epoca sembrò simile a quella qualche tempo prima presa di Microsoft la quale, all’ultimo momento decise di non includere il supporto al filesystem WinFS al rilascio di Windows Vista e Windows server. I filesystem odierni più noti per Mac e PC (HFS+ e NTFS) hanno ormai oltre dieci anni di vita e presentano varie limitazioni, tutte superabili dall’adozione di ZFS. La mancata adozione di questo file system da parte di Apple evidentemente fu causata da incompatibilità (uno dei limiti più noti del file system ZFS è l’impossibilità di essere utilizzato per avviare i sistemi operativi) ma più probabilmente non arrivò mai per via dei costi richiesti da Sun (ora Oracle) per il licensing.

[A cura di Mauro Notarianni]

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