Il nuovo slogan di Gateway è un “Rip, Burn, Respect” che fa risuonare il già sentito, due anni prima in occasione del lancio di iTunes, “Rip, Mix, Burn” da parte di Apple (non più online, ma rappresentato nell’immagine in fondo).
Da giovedì sera sui maggiori canali TV statunitensi (tranne alla CBS, del gruppo Viacom che sono rimasti perplessi sul messaggio che comunica tale spot) si può vedere la nuova campagna pubblicitaria televisiva di Gateway, un grosso produttore di computer, popolare soprattutto in USA (in crisi, sta chiudendo, a decine per volta, i vari negozi sparsi sul territorio nord americano), che ha come protagonista un giovane attore che a casaccio cita le parole chiave dell’argomento “mix”, “bit-rate”, “peer-to-peer”, “encryption”, “playlist” e “burn” senza per la verità far capire quali di queste azioni viene considerata legale e quale no.
Al termine dello spot compare l’indirizzo web dove vengono illustrate le teorie societarie in fatto di musica, per poi passare al sito di Gateway, dove si possono acquistare sì PC ma anche servizi online di musica a pagamento, dopo il gentile omaggio di qualche brano MP3.
Contrariamente a quando permesso dalle vigenti leggi (che sostanzialmente si possono condensare in questo assioma di generale buon senso “in ambiti personali l’uso è assolutamente libero per la musica legalmente posseduta”) Gateway introduce il concetto di “fair use”, ovvero di uso moderato di questo diritto.
Secondo il sito un “uso moderato” si restringerebbe ad una copia di un CD originale per usi di backup, una registrazione mixata tra vari brani e un riversamento su lettori portatili di musica.
L’ambiguità pratica dello spot contrastano con le affermazioni dei responsabili di Gateway: “le informazioni finora ricevute dall’utente, principalmente fornite dall’industria discografica, sono troppo confuse, abbiamo voluto fare chiarezza su cosa si può e cosa non si può fare con la musica e il concetto di uso moderato è importante che sia spiegato adeguatamente”.