Apple e il gruppo open source KDE si apprestano al divorzio. A rendere note le divergenze e i risvolti di una vicenda che potrebbero portare a breve ad una rivoluzione del codice di Safari, che si lascerà alle spalle l’engine di renderizzazione delle pagine KHTML a favore del proprietario WebCore, un lungo articolo di C/Net .
Le ragioni del divorzio tra Cupertino e KDE sarebbero nella differente velocità e nell’approccio che una società come Apple deve porre nel gestire lo sviluppo del codice rispetto a quello affrontato da un gruppo che opera nel campo del software libero. Dopo un inizio improntato alla collaborazione, in cui le modifiche apportate da Apple passavano, nello spirito open source, al codice di KHTML, Cupertino avrebbe deviato da questo corso, iniziando a lavorare in maniera tale da rendere praticamente impossibile l’utilizzo del suo lavoro dalla controparte.
Secondo quanto si apprende anche da alcuni rappresentanti di KDE non si sarebbe trattato tanto di cattiva volontà , quanto di una necessità imposta dal differente approccio che si deve avere su un prodotto commerciale integrato con un sistema operativo commerciale. ‘Avevano i loro problemi da risolvere ‘ dichiara George Staikos portavoce di KDE ‘ che non si integravano con i nostri. Progressivamente Safari e KHTML si sono così poco per volta allontanati’. Il risultato, tra situazioni in cui Apple, per ragioni di segretezza, non mostrava le modifiche apportate, richieste agli sviluppatori di firmare inconcepibili (per la filosofia del software libero) documenti di segretezza, è che il codice di Safari non può essere usato da KHTML al punto che secondo il gruppo open source al momento esistono due differenti gruppi che lavorano a due differenti versioni di KHTML.
Stante le diverse prospettive e in una situazione da ‘separati in casa’, la proposta di Apple potrebbe essere quella di offrire al gruppo KDE la possibilità di introdurre alcuni cambiamenti apportati dall’open source a KHTML in WebCore e di portare WebCore ad operare su KDE, ma la proposta ben difficilmente verrà accettata. Molto più probabile è che Apple prenda la sua strada e, abbandonando KHTML, trasformi Safari in un browser molto differente, tutto fondato sul proprietario WebCore, segnando la fine di un progetto nato con molte speranze ma mai realmente decollato e che lascia molte persone, specie nel campo open source, con l’amaro in bocca.