Le password generate in automatico dalla funzione “Hotspot personale” di iOS (funzionalità che consente di creare un hotspot e condividere la propria connessione internet con altri dispositivi) non sono potenzialmente difficili da individuare. È quanto hanno appurato alcuni ricercatori dell’Università Friedrich-Alexander di Erlangen-Norimberga (in Germania): a loro dire, il sistema usato da Apple sfrutta un algoritmo che si basa su circa 52.500 parole e nel momento un cui i tester invidiano una connessione WiFi attiva, sfruttando le capacità di calcolo parallelo di un computer con una GPU AMD Radeon HD 6990 è stato possibile individuare la password in meno di 50 minuti. Sembra che sfruttando GPU più potenti (es. Radeon HD 7970) o applicazioni dedicate che si appoggiano a server cloud, sia teoricamente possibile individuare le password anche pochi minuti. Il consiglio è di modificare la password generata per default dal sistema (l’ideale sarebbe utilizzare sequenze lunghe composte da lettere, numeri e caratteri speciali casuali), anche se le password proposte per default da Apple sono certamente più sicure rispetto a quelle di altri sistemi che prevedono l’uso di password “statiche”, non modificabili dall’utente. La debolezza individuata, non è ad ogni modo rilevante: qualsiasi sistema con tempo a disposizioni e sfruttando meccanismi di attacchi di forza bruta (la verifica di tutte le soluzioni teoricamente possibili fino a che non si trova quella effettivamente corretta) può essere scardinato: sono soluzioni lente e dispendiose non facilmente applicabili alle connessioni WiFi di smartphone che magari si hanno “sotto tiro” per pochi minuti o poche ore.
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Le password generate dalla funzione Hotspot di iOS non troppo complesse da individuare
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