Contro gli hacker è legittimo prendere tutte le opportune misure, ma poi alla fine l’assicurazione è il giudice supremo di come è stato progettato un sistema server, il più inviolabile possibile.
Ebbene sì, c’è un mercato assicurativo anche in campo informatico e prima di rilasciare una polizza che copra eventuali danni provocati dagli hacker, queste società indagano e studiamo il sistema che vanno ad assicurare.
Una delle maggiori del campo, la J.S. Wulzer Underwriting Managers, informa preventivamente i suoi clienti che intendono usare sistemi basati su Win NT e 2000 che pagheranno dal 5 al 15% in più rispetto a quelli che adoperano Unix o Linux.
La vulnerabilità dei sistemi di Redmond è più alta anche perchè i system administrator che operano su questi prodotti sono meno preparati e comunque coinvolti in un turnover eccedente il 33% annuo. Tutto ciò lascia nei loro successori dei lunghi momenti di apprendimento che finiscono poi in una massiccia installazione di patch per Windows, perchè non si conoscono i provvedimenti precedenti.
Microsoft, concentratissima in questi mesi nello smontare pezzo per pezzo le tesi dei sostenitori di Linux per il semplice motivo che è gratuito, risponde: “il mercato assicurativo in questo settore è troppo giovane”.
Invece, a confutare le tesi della J.S. Wulzer U.M. arriva Harry Croydon, che lavora per i famosissimi Lloyd’s, pronto a scommettere su questo trend di aumento; Bruce Scheiner di Counterpane Internet Security sottoscrive la scelta disciminante tra sistemi perché “oggettivamente, alcuni software, comportano rischi maggiori”.
Sarà certamente un caso, ma è rilevante la notizia dello spostamento del sito della Casa Bianca su server Linux.