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Google AI Mode è un furto per l’Alleanza News Media

L’intelligenza artificiale, nel bene e nel male, è sempre sotto i riflettori: l’ultima accusa in ordine di tempo arriva dall’Alleanza News Media statunitense, che ha duramente criticato Big G in seguito all’annuncio fatto durante l’ultimo evento Google I/O, in cui è stata annunciata la nuova funzionalità AI Mode che verrà resa disponibile per tutti gli utenti della ricerca negli Stati Uniti.

Questa modalità, ricordiamo, integra in modo più profondo un chatbot basato su intelligenza artificiale all’interno della ricerca Google. Sebbene l’obiettivo dichiarato sia offrire risposte più pertinenti alle domande degli utenti, l’effetto pratico è quello di assorbire i contenuti in Rete per trattenere gli utenti all’interno dell’ecosistema Google, limitando il traffico degli utenti verso fonti esterne, incluse le testate giornalistiche.

Danielle Coffey, presidente e CEO di News/Media Alliance, ha affermato che i link rappresentavano l’ultima componente utile della ricerca online, in quanto garantivano traffico e ricavi agli editori. Secondo la stessa, adesso, Google si appropria dei contenuti senza consenso e senza restituire nulla, una pratica che definisce un vero e proprio furto.

Google AI Mode è un furto per l’Alleanza News Media

Per questo, ha sollecitato con urgenza un intervento da parte del Dipartimento di Giustizia per evitare che un’unica azienda continui a esercitare un controllo eccessivo su Internet. L’organizzazione non è nuova alle critiche nei confronti di Google.

All’inizio di maggio, infatti, la News/Media Alliance – nell’ambito della causa antitrust avviata contro Google dal Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti – ha presentato un documento legale a sostegno della tesi sulla posizione dominante che Big G detiene nel mercato della ricerca online.

Google, nel frattempo, ha adottato un approccio sempre più assertivo verso gli editori nel processo di sviluppo delle sue funzionalità basate su AI.

Mentre Google AI rivoluziona le ricerche il web diventa un reperto archeologico - macitynet.it

Secondo Bloomberg, un documento interno di Big G rivela che Google ha deliberatamente deciso di non offrire agli editori la possibilità di escludere i propri contenuti dall’addestramento dell’intelligenza artificiale, pena l’esclusione dai risultati di ricerca.

Per sapere cos’è e come funziona AI Mode di Google rimandiamo a questo articolo. Invece per capire perché la navigazione AI Mode rischia di far diventare il web un reperto archeologico rimandiamo a questo approfondimento di macitynet.


Tutti gli articoli dedicati all’Intelligenza Artificiale sono nella sezione dedicata di macitynet.

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