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Il nuovo studio creativo di Meta costruito rubando l’anima di Apple

Meta avrà un nuovo studio creativo all’interno dei Reality Labs. Lo scopo: definire l’interfaccia dei dispositivi del gruppo centrati sull’intelligenza artificiale.

L’annuncio arriva da Mark Zuckerberg su Threads, non a caso nel giorno stesso in cui Alan Dye, già a capo del gruppo che ha disegnato per anni le interfacce dei sistemi operativi Apple, lascia l’azienda per Meta.

Una succursale in esilio di Apple

È del tutto chiaro che lo studio creativo è connesso all’arrivo nell’azienda di Facebook di Dye. Sarà lui a studiare il modo con cui i dispositivi basati su AI si rapporteranno con l’utente.

Di questo si occuperanno anche un altro manager ex Apple: Billy Sorrentinoper dieci anni nel team Human Interface di Apple e coinvolto, come Dye, nel redesign Liquid Glass di iOS 26 — e Joshua To, che ha guidato il design delle interfacce nei Reality Labs.

Lo studio includerà inoltre il gruppo di industrial design diretto da Pete Bristol e le divisioni dedicate al metaverso e alla direzione artistica guidate da Jason Rubin.

La struttura che si occupa di intelligenza artificiale sembra una vera succursale in esilio di Apple. Zuckerberg aveva reclutato a suon di milioni anche Ruoming Pang, fino a poco tempo fa responsabile del team “Foundation Models” e riferimento per lo sviluppo dei modelli linguistici interni. Con lui sono passati a Meta anche Mark Lee e Tom Gunter, due degli ingegneri più esperti del gruppo.

L’AI nuovo materiale di design

La squadra, ora rafforzata da Dye che si occuperà della “faccia” dei dispositivi, prende forma come un gruppo costruito per definire un’identità più riconoscibile per i futuri prodotti Meta, capace di unire hardware, software e AI in un’unica visione coerente.

Zuckerberg ha spiegato che il nuovo studio dovrà “definire la prossima generazione dei nostri prodotti ed esperienze”, riunendo persone con competenze che vanno dalla visione creativa al pensiero sistemico.

La frase chiave dell’annuncio arriva direttamente dal CEO: “trattare l’intelligenza come un nuovo materiale di design”. Una definizione che rivela l’intenzione di integrare l’AI nel cuore della progettazione dei dispositivi, non come funzione aggiuntiva ma come elemento che modella estetica, comportamento e interazione.

Zuckerberg ha parlato dell’inizio di una fase in cui occhiali con AI e altri dispositivi cambieranno il modo in cui le persone si rapportano alla tecnologia e tra loro. L’obiettivo è realizzare esperienze che risultino naturali, intuitive e realmente centrate sulle esigenze degli utenti.

Meta, il futuro dell’hardware e il furto dell’anima di Apple

Lo studio creativo si inserisce nel percorso già avviato con i visori Quest e con gli smart glasses sviluppati insieme a Ray-Ban e Oakley. Meta lavora anche a un progetto di occhiali per la realtà aumentata, considerato uno dei tasselli più ambiziosi della sua roadmap hardware.

Gli occhiali Oakley Meta rilanciano funzioni e prezzo - macitynet.it

Qui si inserisce l’aspetto di maggior preoccupazione per Apple, che non riesce a fermare la fuga dei suoi manager. È noto che Cook sta cullando il lancio di occhiali di questo tipo, considerati il vero strumento della riscossa nel campo dell’AI dopo il fallimento strategico e di mercato di Vision Pro.

Dye era probabilmente l’ultimo dei manager che, in questo contesto, Apple si sarebbe augurata di veder partire.  Va in Meta a dare un contributo per contrastare quel piano di Apple per gli occhiali smart (in arrivo pare a fine 2026), permettendo a Meta di consolidare il vantaggio su cui conta oggi, definendo un linguaggio estetico e funzionale capace di distinguere l’offerta Meta in un mercato che sta cambiando rapidamente.

Nello stesso tempo ad Apple viene a mancare un grande visionario che avrebbe dovuto giocare un ruolo in un secondo ma certo non secondario traguardo: quello dei dispositivi per la casa che Cupertino culla da anni tra schermi smart e robot.

Alan Dye ha tutti i numeri per risultare decisivo in Meta per il piano di concorrere con Apple: era uno dei pochi designer rimasti in Apple ad aver lavorato con Jony Ive. Entrato a Cupertino nel 2006, è entrato nel team del design industriale nel 2012 collaborando alla rivoluzione visiva di iOS 7.

Dal 2015 guidava il design delle interfacce Apple, contribuendo a evolvere il linguaggio di iPhone, iPad, Mac, Apple Watch, Apple TV e Vision Pro. Ha introdotto più generazioni dell’attuale design language Apple, culminate in Liquid Glass.

Ora inizierà il suo incarico in Meta il 31 dicembre, portando con sé un’eredità che ha influenzato miliardi di dispositivi e che ora contribuirà a definire una nuova stagione di prodotti orientati all’intelligenza artificiale.

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