Se siete tra coloro che hanno seguito le complicate e spesso contraddittorie vicende della guerra dei browser, segnatevi la data di ieri. Il 29 maggio, infatti, potrebbe essere ricordata per sempre come quella dell’inizio della fine per Netscape.
A segnare quella che potrebbe essere il punto di non ritorno della vita gloriosa, benché travagliata, del browser, l’accordo raggiunto tra AOL e Microsoft sulla causa presentata all’antitrust americano da parte del gigante delle comunicazioni contro Redmond. Alla base dell’esposto ‘la necessità di ristabilire la competizione sul mercato dei sistemi operativi e del mercato dei navigatori Internet, perduta a causa della condotta illegale di Microsoft’
In base all’accordo di ieri, costato alla società di Bill Gates 750 milioni di dollari, AOL mette in ‘garage’ i suoi avvocati e fa un passo indietro su tutte le accuse siglando un patto che suona come una sorta di marcia trionfale per Microsoft.
L’elemento di vittoria più evidente e preoccupante per le sorti di altri navigatori Internet è la licenza all’utilizzo di Internet Explorer in via gratuita per sette anni nella suite di connessione di America On Line.
Il ritorno in grande stile di IE cancella con una sola passata di spugna mesi di congetture e di supposizioni sulla possibilità che il principale Intenet provider del mondo potesse proporre ai sui milioni di clienti Netscape invece che il prodotto di Microsoft. Un passo che AOL pareva intenzionata a compiere per non essere troppo dipendente dall’abbraccio tecnologico dei produttori di Windows, sfruttando e migliorando in un tempo un prodotto acquistato a caro prezzo anni fa e mai realmente integrato nel sistema di America On Line.
Invece l’accordo di ieri non solo di fatto chiude di fatto ogni spiraglio a Netscape, ma si spinge ancora più in là , giungendo ad aprire la porta di Microsoft anche nel delicato campo dei media digitali. AOL, infatti, ottiene anche l’autorizzazione a distribuire Windows Media Player come parte della suite di software.
Anche se Microsoft non dovrebbe essere avere l’esclusiva (AOL può usare anche altre tecnologie) si tratta di un’altra importante vittoria per Microsoft, vista la rilevanza mondiale di America On Line in termini di connettività ma anche in fato di produzione cinematografica e canali TV per i quali AOL non fa mistero di vedere un futuro su Internet.
Di grande rilievo anche le possibili ricadute nel campo della musica digitale visto che AOL ha ottenuto in licenza anche il sistema di protezione dei diritti utilizzato da Microsoft e che Windows Media Player con il suo formato proprietario è un altro strumento di rilievo in questo campo nelle strategie di Redmond
L’accordo presenta anche altri capitoli per nulla di scarso conto, come ad esempio la prospettiva di interoperabilità tra MSN Messenger e AOL Messenger, la possibilità per gli ingegneri di AOL di lavorare a Redmond oltre che la distribuzione di dischi di connessione ad AOL ai piccoli produttori di PC che ottengono Windows dai distributori autorizzati Microsoft.
Dopo l’annuncio dell’accordo molti osservatori si sono lanciati in considerazioni su chi dal patto siglato ieri ne esca vincitore. Le più sensate appaiono quelle di chi sostiene che potrebbe cambiare tutto o non cambiare niente; molto dipenderà dalle scelte future di AOL e dalle tecnologie che vorrà utilizzare e spingere. Opzioni che prenderà in considerazione a seconda delle sue convenienze. Quello che è certo è che Microsoft supera la più spinosa delle cause antitrust private contro l’avversario di maggior peso e pagando una cifra tuttosommato non mostruosa ottiene in cambio l’accesso alla distribuzione delle sue tecnologie 32 milioni di clienti di AOL in tutto il mondo.
Per quanto riguarda Internet a prima vista potrebbe cambiare poco o nulla sui dati acquisiti. Netscape ha imboccato da anni una parabola discendente che rasenta ormai il livello del nulla. Solo in circoli molto ristretti e solo per la tenda ad ossigeno offerta dal progetto Mozilla, che ha generato molti ‘cloni’, è riuscito faticosamente a restare in vita. Non a caso oggi è Opera ad essere considerato il principale concorrente di Internet Explorer.
Quello che però appare certo è che il patto tra Microsoft e AOL viene brutalmente cancellato ogni sogno di gloria ritrovato, ogni prospettiva di crescita di quote di mercato per Netscape. Con sette anni davanti di Internet Explorer su America On Line non ci sarebbe neppure da stupirsi troppo se AOL dovesse decidere che non vale la pena di spendere tempo e risorse per un Netscape 8.0.
A quel punto per il glorioso navigatore che ha rivoluzionato la nostra vita digitale dischiudendo l’era di Internet sarà il tempo dell’epitaffio e per Internet Explorer l’ora della parata.