Per switchare si switcha, pare però che lo si faccia in modo diverso da quello previsto da Apple.
Nei giorni scorsi vi abbiamo ragguagliato sulla opinione di Tim O’Reilly, che sostiene la necessità di indirizzare la compagna “Switch” ai guru di Linux piuttosto che agli utenti desktop di Windows; ora una conferma indiretta a questa opinione viene dal fatto che pare ci siano molti riveditori di hardware che stanno facendo buoni affari con Xserve.
Il punto è che si tratta di rivenditori abituati a trattare con marchi del calibro di Sun e IBM, che riescono a piazzare bene Xserve per la riuscita miscela di robustezza dovuta a unix e a una costruzione seria, facilità di uso garantita da un software elegante e prezzo contenuto grazie alla licenza “unlimited”.
Per questi motivi, sono in molti i rivenditori che aggiungono Xserve al loro elenco di hardware, ad esempio la californiana Marathon International Group, che dal 1989 aveva sempre venduto solo Sun.
Un rivenditore del New Hampshire, in una intervista, ha affermato di essere stato sorpreso dalle vendite di Xserve e dal fatto che le vendite della macchina rack di Apple sono quadruplicate lo scorso mese.
Il fattore importante, anche in questo caso, è stata la base Unix, che permette facilità di comunicazione con gli altri server e la possibilità di far girare software scritto in Perl e PHP, database come MySQL e programmi come Sendmail.
Altre società ritengono che il punto di forza di Xserve sia la semplicità di uso, che permette la gestine di un server anche a personale non ferratissimo, facilitandone la introduzione in ambienti dal business medio-piccolo.
[A cura di Marco Centofanti]