Immaginare un confronto diretto tra Apple I, la Programma 101 di Olivetti e l’Amstrad CPC è come organizzare un incontro di box tra le tre massime leggende della box come Rocky Marciano, Cassius Clay e Mike Tyson. E’ questa l’originale idea di A colpi di Bit evento organizzato dalla collaborazione tra il Politecnico di Torino, BasicGallery.net e Ivrea Laboratorio Museo. Naturalmente per decretare il vincitore non è stata presa in considerazione la potenza pura di calcolo, in questo caso infatti il titolo sarebbe stato concesso a tavolino alla più giovane della macchine in gara, vale a dire l’Amstrad CPC 464 commercializzato nel 1984.
Viceversa A colpi di Bit si è svolta in 3 round che hanno messo alla prova rispettivamente le capacità di calcolo, una applicazione di gioco infine una prova freestyle con l’obiettivo di dimostrare l’incredibile accelerazione tecnologica avvenuta nel mondo dell’informatica e soprattutto l’importanza fondamentale del fattore umano sotto ogni punto di vista: la progettazione, l’implementazione ma anche la capacità di proporre la propria macchina sul mercato e infine l’importanza di come e per quale scopo viene utilizzata dalle persone.
A colpi di Bit, che sarà ricordato come il primo incontro di box della storia del computing, è stato preceduto dagli interventi di Marco Gilli, Rettore del Politecnico di Torino e da Marco Boglione, imprenditore e appassionato collezionista di retro-computing che ha acquistato uno dei rarissimi esemplari esistenti di Apple I. Gilli ha sottolineato l’importanza dell’evento per riportare a una dimensione più umana la disciplina dell’informatica e la storia dell’evoluzione degli strumenti di calcolo, sempre focalizzati su tecnologie e specifiche hardware e software, spesso mettendo in secondo piano il contributo degli uomini che le hanno create e sviluppate.
Nel suo intervento Marco Boglione ha ricordato l’importanza di saper gestire le informazioni ai fini del successo e anche del progresso. Il patron di Basicnet ha poi sottolineato come gli strumenti informatici di oggi rappresentino solo un piccolo passo lungo una evoluzione che porterà ancora molto lontano, non solo in termini di capacità di calcolo e funzioni ma soprattutto in termini di possibilità offerte alle persone e in particolare ai giovani. “Le tre macchine di oggi trasudano imprenditorialità” ha dichiarato Boglione ricordando gli inizi nel garage di Apple di Steve Jobs e Steve Wozniak di quella che nel corso degli anni è diventata una delle aziende più importanti e anche più capitalizzate del mondo.
“La tecnologia e gli strumenti informatici, parafrasando il celebre Think Different della campagna pubblicitaria di Apple devono essere applicati anche al mondo degli affari” un messaggio che Boglione vuole portare alle nuove generazioni con il concetto di “Think Business”. La spinta e il desiderio giovanile di voler cambiare il mondo possono essere incanalati con successo nel mondo degli affari, non solo per fondare una impresa e arricchirsi ma per migliorare la società in cui viviamo nel suo complesso. “Da questo punto di vista la tecnologia offre opportunità straordinarie” conclude Boglione.

Nella secondo round dedicato al gioco contro un avversario umano le tre macchine sono state programmate per gestire l’Angela Game, un semplice gioco matematico che consiste nell’arrivare a un numero prefissato senza superarlo, scegliendo i numeri da 1 a 6 delle facce di un dado, con la restrizione che non è possibile scegliere il numero appena inserito dal concorrente e anche il suo complemento a 7. Grazie all’algoritmo creato alla perfezione dal team originale che ha sviluppato la Programma 101 la storica macchina di Olivetti ha vinto sull’avversario umano. L’Apple I è stato eliminato dalla prova perché nel corso della partita ha proposto un numero negativo, errore dovuto all’errata implementazione dell’algoritmo, mentre l’Amstrad CPC 464 è stato battuto dall’avversario umano scelto a caso tra il pubblico presente all’evento.
Nel terzo eultimo round la Programma 101 ha fatto bella mostra di sé presentando la risoluzione a una equazione di terzo grado e anche nella presentazione di un piano di ammortamento progressivo, quindi con una applicazione di matematica finanziaria. Nonostante l’età considerevole e il ruolo di progenitrice di tutti i personal e gli home computer che sono arrivati dopo, la Programma 101 ha ancora diverse cose da dimostrare. L’Apple I è stato invece programmato per presentare e gestire un gioco di slot machine classico, mentre il più recente e potente Amstrad CPC ha fatto bella mostra di sé e del suo chip audio integrato creando l’immagine di un fiore a partire da routine algebriche associate all’emissione di un suono ogni volta che veniva completato un ciclo. Il verdetto finale del match è stato comunque deciso dal numeroso pubblico presente nell’Aula Magna del Politecnico di Torino che, dopo aver assistito a questo scontro impari per età dei sistemi, capacità hardware e potenza di calcolo, ha decretato la macchina vincitrice in base all’intensità dell’applauso. Il fatto di giocare in casa a Torino, a pochi chilometri da Ivrea, ma soprattutto per aver dimostrato di poter competere nelle funzioni di calcolo con sistemi di 10 e 20 anni più recenti la Programma 101 ha stravinto con uno scroscio di applausi, urla e fischi che non hanno mancato di commuovere i quattro progettisti del team originale Olivetti. Sempre in base agli applausi l’Apple I è stato giudicato secondo classificato, terzo l’Amstrad CPC macchina decisamente apprezzabile per l’epoca ma che alla metà degli anni ’80 arrivò un po’ più tardi sul mercato quando la partita era ormai già giocata a due tra lo Spectrum di Sinclair e il glorioso Commodore 64.

Ma soprattutto la differenza è fatta dagli uomini che hanno prima creduto e poi creato i computer in questione: il geniale team di talenti italiani che di fatto a creato quello che ancora oggi è considerato uno dei primi computer personali, molto prima che il termine venisse coniato o anche solo pensato. Nel genio di Woz che scrivendo diagrammi e circuiti sulla carta cercava sempre di ridurre il numero dei chip e delle componenti per creare un computer economico ma anche super efficiente, infine per tutti gli altri progettisti e le numerose società che hanno poi reso l’informatica un mercato globale e di massa. I limiti dell’hardware e delle funzioni possibili non sono mai stati un problema per la fantasia degli uomini, per l’innata spinta a fare e creare in generale ma anche per il “fare business”, il messaggio che Marco Boglione sostiene con la sua collezione di computer d’epoca di cui fa parte anche il prezioso Apple 1 e ovviamente anche un esemplare perfettamente funzionante della Programma 101 di Olivetti.
Tutti i servizi di Macitynet su “A colpi di Bit”:
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