Elon Musk: finalmente c’è l’accordo. Arriverà prima dei pronostici fatti in passato. Una vera rivoluzione.
Nel silenzio siderale dello spazio, si sta combattendo una battaglia strategica e geopolitica senza precedenti. Al centro, due visioni opposte del futuro delle telecomunicazioni satellitari, da una parte l’ambizioso ma ancora acerbo progetto europeo Iris2, dall’altra la già consolidata e onnipresente costellazione Starlink della SpaceX di Elon Musk.
In mezzo, l’Italia, sospesa tra autonomia strategica e dipendenza tecnologica, che si trova ora davanti a una scelta tutt’altro che semplice. Il progetto europeo Iris2 (Infrastructure for Resilience, Interconnectivity and Security by Satellite) nasce come risposta comunitaria alla crescente necessità di autonomia strategica nel settore delle comunicazioni satellitari.
Elon Musk, c’è l’accordo: sarà attivo prima di quanto potessimo immaginare
Con un orizzonte temporale che guarda al 2035, l’UE prevede il lancio di 290 satelliti nei prossimi 12 anni, con un investimento complessivo di oltre 10 miliardi di euro. Un impegno imponente, ma che fatica a reggere il confronto con l’accelerazione impressa da Musk: Starlink conta già più di 7.000 satelliti operativi in orbita e mira ad arrivare a quota 40.000 entro pochi anni. Il divario non è solo quantitativo.

La rete Starlink è già pienamente funzionante, offre servizi commerciali e militari in tutto il mondo e continua ad evolversi rapidamente. Iris2, al contrario, è ancora in fase progettuale e i suoi tempi di implementazione non permettono, almeno nel breve periodo, di offrire un’alternativa credibile.
Questo squilibrio ha già prodotto tensioni politiche in Europa e in Italia, dove la questione è entrata con forza nel dibattito istituzionale. Il governo italiano, attraverso il Comitato interministeriale per le politiche spaziali e aerospaziali, presieduto dal ministro Adolfo Urso, ha preso atto dell’evidente superiorità tecnologica di Starlink.
Tuttavia, questa constatazione tecnica si scontra con ambizioni politiche ben radicate. Urso ha più volte manifestato l’intenzione di sviluppare una filiera nazionale autonoma nel settore spaziale, puntando a rafforzare le competenze e gli investimenti italiani, per dare una spinta al sistema nazionale.
Uno sforzo lodevole, ma che si scontra con l’urgenza operativa e con la sproporzione delle risorse in campo. Lo stesso studio riservato discusso dal Comint a marzo ha evidenziato come nessun progetto italiano potrà colmare il divario con Starlink almeno fino al 2030.
In questo contesto, il governo Meloni aveva avviato una trattativa con SpaceX per siglare un accordo strutturale, rendendo l’Italia il primo Paese europeo a formalizzare una collaborazione diretta con Starlink.











