Apple trova resistenze nel creare il suo”iRadio”, il progetto di un servizio di musica in streaming via Internet. L’iniziativa, che dovrebbe consentire di ascoltare brani on demand usando iTunes e i suoi dispositivi mobili, è tornata alla ribalta questa sera con due differenti articoli, uno dell’autorevole New York Times e uno del tabloid New York Post, forse meno autorevole del concorrente ma comunque spesso capace di mettere le mani su alcuni interessanti scoop.
NY Times rileva le difficoltà di fronte cui si sta trovando Apple. Cupertino avrebbe trovato importanti ostacoli nei negoziati che sta conducendo con le principali case discografiche così che da un lancio previsto per febbraio, in occasioni dei Grammy Awards, si sarebbe ora passati all’estate se non anche più in là. Cupertino avrebbe potuto saltare le trattative con le singole controparti ricorrendo alle società che gestiscono i diritti collettivi, ma Sony si è recentemente ritirata da queste organizzazioni, rendendo necessario un confronto diretto.
NY Post aggiunge qualche dettaglio in più che rende chiare le ragioni per cui Apple avrebbe avuto difficoltà a raggiungere un accordo: i vertici di Cupertino avrebbero offerto alle case discografiche 6 centesimi ogni 100 canzoni trasmesse, la metà di quanto paga Pandora, il principale operatore del settore e poco più di un quarto di quanto non pagano le radio che distribuiscono musica anche su Internet (22 centesimi di dollaro). I 6 centesimi sarebbero stati addirittura il nulla se rapportati con i costi che sostiene Spotify che versa alle case discografiche 35 centesimi di dollaro ogni cento brani. La risposta delle case discografiche all’offerta di Apple non sarebbe stata conciliante; non solo hanno chiesto più soldi per brano trasmesso, ma pretendono anche un “ticket” d’ingresso per ciascun utente e una percentuale della pubblicità che Apple è intenzionata a usare per pagare il servizio.
Se la posizione delle case discografiche è comprensibile, anche quella di Apple non sembra ingiustificata. Al momento il business della musica in streaming è molto corteggiato, ma pochi riescono a comprendere come fare soldi. Pandora, secondo le voci che circolano nel mondo della musica, non riesce a produrre tutto il denaro che aveva immaginato si potesse ricavare da questo business. Apple da parte sua avrebbe intenzione di connettere la cosiddetta “iRadio” (un servizio che permetterà di creare compilation e ascoltare musica correlata ai propri gusti senza acquistare le canzoni) a Music Match che è un servizio a pagamento; iAd dovrebbe integrare i profitti. Ma Apple evidentemente ritiene che nonostante tutto questo il servizio per essere finanziariamente sostenibile e produrre profitti, non deve costare quanto lo pagano i concorrenti.