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Per il CEO di Spotify Apple è il problema per le startup in Europa

Daniel Ek, il CEO di Spotify, continua ad attaccare Apple. Il manager svedese ha accolto alcuni giornalisti europei per celebrare la nuova pietra miliare della sua app di streaming: 100 milioni di utenti paganti in Europa e Federico Cella del Corriere della Sera ha avuto modo di intervistarlo.

Ek ha evidenziato “la visione a lungo termine” di Spotify, affermando di avere sempre tenuto fede all’idea di “rendere accessibile tutta musica del mondo, legalmente, compensando equamente gli artisti che la creano”, parlando di decisioni, a suo modo di vedere, giuste, sia per i consumatori che per i creatori.

Parlando dell’Europa sottolinea l’esistenza di “tantissime aziende fintech di successo” e per quanto riguarda il mondo delle app, spiega che oggi la maggior parte delle persone accede a Internet tramite app su smartphone. “Questo ha creato un sistema chiuso, con gatekeeper come Apple. Noi lottiamo per un Internet aperto. Vogliamo che tutte le app, non solo Spotify, possano competere in modo equo. Oggi non è così.

Siamo incoraggiati da normative come il Dma in Europa, il Dmc nel Regno Unito, e anche il recente caso Epic negli Stati Uniti, dove la sentenza contro Apple è stata chiara. Ma la situazione in Europa resta assurda: Apple vuole il 30% di tutte le entrate di chiunque, senza fornire un servizio proporzionale. Quindi sì, in Europa ci sono basi fantastiche. È entusiasmante vedere tutti questi imprenditori. Ma il mio timore è che, man mano che crescono, si schiantino contro un muro chiamato Apple”.

Per Spotify le nuove regole di App Store sono una farsa totale
Foto di Reet Talreja su Unsplash

Dichiarazioni contro Apple non sono nuove: più e più volte, indicata come “un ostacolo alla concorrenza nel mercato della musica digitale”.

Diatribe tra Apple e Spotify a parte,  c’è anche da dire che quest’ultimo servizio non è apprezzato da molti artisti per il modo con il quale vengono trattati; lo riferisce il francese Les Échos, spiegando che tra i musicisti che hanno il dente avvelenato con Spotify c’è  Jean-Michel Jarre, secondo il quale il sogno dell’azienda svedese è quello di fare a meno degli artisti.

Anche Björk non ha in passato avuto parole per il servizio in questione: “Probabilmente una delle cose peggiori che sono successe ai musicisti”.

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