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iPhone 9 è in ritardo, sarà disponibile ad Aprile?

Finora erano circolate voci secondo le quali iPhone 9 sarebbe dovuto arrivare a febbraio; i problemi degli assemblatori di Apple in Cina alle prese con la questione coronavirus avrebbero costretto l’azienda a posticipare l’uscita; si era parlato nei giorni scorsi di un possibile arrivo a marzo ma ora si vocifera addirittura di aprile come mese di rilascio.

Nikkei Asian Review riferisce che per l’inizio del 2020 la multinazionale della Mela avrebbe chiesto ai fornitori 80 milioni di unità iPhone, incluse fino a 15 milioni di unità per il modello con il prezzo di ingresso più basso (iPhone 9). Le incertezze sulla possibilità che tornino pienamente operative le strutture di assemblaggio, mette tutto in discussione e Apple è solo l’ultima di tante aziende che è stata costretta a indicare la necessità di rivedere la guidance trimestrale, spiegando di avere motivi di ritenere  di non poter rispettare la guidance fornita per il trimestre di marzo, principalmente perché le e forniture di iPhone in tutto il mondo saranno temporaneamente limitate, e per ripercussioni sulla domanda di  prodotti in Cina.

“I fornitori stanno facendo del loro meglio per produrre e inviare l’iPhone entry level entro quattro settimane”, riferisce la fonte di Nikkei. “Il ritardo non può essere troppo lungo altrimenti avrà ripercussioni sulle strategie di vendita dei nuovi prodotti Apple previsti per la seconda metà dell’anno”.

“I fornitori della catena di approvvigionamento iPhone stano operando con una capacità produttiva del 30%-50%”, ha riferito una diversa fonte. “La limitata disponibilità di iPhone verosimilmente si protrarrà fino ad aprile”. “Ci sono ancora molti ostacoli da superare, dalla carenza di manodopera, fino a problemi che riguardano la logistica dei trasporti”.

L’incertezza più grande ruota tutto intorno alla questione coronavirus, giacché nessuno è in grado di prevedere l’evolversi della situazione. La fonte del giornale asiatico riferisce che, ad ogni modo, molti fornitori prevedono di avere più dipendenti di nuovo al lavoro entro lunedì prossimo, dopo l’obbligo dii passare 14 giorni in quarantena per chiunque sia rientrato in città dopo un periodo in altre parti della Cina, obbligo previsto al rientro al lavoro dopo la fine delle festività legate al Capodanno Cinese del 10 febbraio.

Il più importante sito produttivo per gli iPhone si trova a Zhengzhou, capitale della provincia di Hena; qui solo la scorsa settimana sono state riattivate le linee di assemblaggio. A Shanghai, dove si trova una diversa base manifatturiera, è stata rallentata la roduzione fino al Capodanno cinese e ora si sta lentamente ritornando ai normali ritmi.

L’epidemia in corso è ovviamente motivo di preoccupazione per i fornitori di Apple che devono, tra le altre cose, predisporre misure per assicurare che gli impianti produttivi restino isolati da potenziali contagi, risolvere carenze di manodopera, componenti e parti varie per via di restrizioni nei viaggi e negli spostamenti.

La logistica in particolare è uno dei grattacapi da risolvere. In alcuni casi, i fornitori sono costretti a cambiare autotrasportatori ai confini provinciali per via di obblighi previsti dalla quarantena, imposizioni previste per chiunque provenga da un’altra provincia; in altri casi, membri in persona dell’azienda devono essere presenti agli svincoli autostradali per ottenere autorizzazioni presso i punti di controllo di confine.

Pechino ha chiesto alle amministrazioni locali di facilitare il riavvio della produzione e lavorare per stabilizzare l’economia e la crescita. Il Primo ministro Li Keqiang la scorsa settimana ha riferito che l’obiettivo principale è di riprendere gradualmente le attività e lavorare in sicurezza.

Apple dipende in gran parte dalla Cina; dei 200 principali fornitori-chiave, il 75% di questi ha una sede produttiva in Cina e il 22% ha due o tre sedi produttive nella nazione del Dragone.

“In tutto il Paese il lavoro sta riprendendo, ma il ritorno alla normalità è più lento del previsto”, ha riferito Apple in un comunicato. In un mercato come quello statunitense, dal quale Apple ricava oltre 50% dei proventi, i tempi di attesa per la consegna di nuovi iPhone sono lunghi: per un modello come l’iPhone 11 da 256GB le stime di consegna parlano di 8 giorni; anche nel Regno Unito i tempi di attesa sono simili; in Giappone (altro importante mercato per Apple), i tempi di attesa variano da 4 a 9 giorni (secondo il modello). A Taiwan i tempi di attesa sono indicati in 11 giorni.

L’impatto del coronavirus per la filiera di Apple potrebbe essere rilevante nel breve termine. L’effetto si è già visto in borsa con vari fornitori della Mela per le ovvie difficoltà a raggiungere obiettivo di fatturato per il trimestre gennaio-marzo.

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