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La Realtà Virtuale arriva nel carcere per preparare i detenuti alla vita esterna

In alcuni penitenziari statunitensi stanno testando l’uso della Realtà Virtuale per preparare alla “vita fuori” persone che hanno trascorso periodi molti lunghi di detenzione.

Lo riferisce il MIT Technology Review facendo un esempio di utilizzo di tecnologie VR per simulare acquisti in un supermercato: una attività che potrebbe apparire banale ai più ma non a persone che si troveranno, ad esempio, a che fare con casse automatiche per i pagamenti, postazioni che non esistevano nel 2001 quando Atorrus Rainer – un detenuto indicato come esempio che oggi è un uomo adulto ma all’epoca era adolescente – fu condannato.

Persone ristrette per anni, si troveranno a dover affrontare quello che per molti di loro è un mondo nuovo e sconosciuto.

L’esempio del detenuto prima indicato, è una delle attività pedagogiche che si svolge all’interno del Fremont Correctional Facility, circuito penitenziario di secondo livello, ossia di sicurezza media, che si trova a sud di Denver (Colorado).

Rainer sta imparando nella speranza di poter un giorno entrare davvero in un negozio grazie ad una iniziativa avviata in Colorado nel 2017 in risposta a sentenze della Corte Suprema degli Stati Uniti che hanno indicato come incostituzionali le condanne di persone molto giovani finite in istituti correttivi senza libertà condizionata.

Le persone che soddisfano determinati requisiti, ad esempio, se avevano meno di 21 anni all’epoca del crimine, e sono detenuti da un minimo di 20 o 30 anni, possono fare domanda per un programma (Juveniles and Young Adults Convicted as Adults Program) previsto per i giovani condannati per tentare di guadagnare la libertà vigilata.

Il presupposto di questo programma è permettere ai detenuti di apprendere competenze base per provare un giorno ad andare “oltre”, ricominciare la loro vita.

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Foto: Stella Jacob – Unsplash

Per motivi di sicurezza, le persone che partecipano al programma hanno accesso limitato a internet; molti di quelli che ormai sono uomini maturi non hanno mai visto e usato uno smartphone, un tablet, un laptop, e mai posseduto una carta di credito. Per prendere confidenza con “il mondo fuori”, una possibile risposta è l’uso della Realtà Virtuale. L’obiettivo è prevenire ansia, possibili comportamenti aggressivi, instaurare relazioni immedesimandosi con queste situazioni e ridurre la recidività. Il Colorado ha un triste primato, con un elevato tasso di ritorno in carcere dopo il rilascio (circa il 50%); è stato dimostrato più volte che programmi come questo favoriscono la riabilitazione dei detenuti e la riduzione della recidiva.

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