Alberto Ricci di Ovolab è tra gli sviluppatori Apple presenti a San Francisco per il WWDC. Ha seguito il keynote di Steve Jobs dal Moscone West ed è impegnato in questi giorni nelle sessioni dedicate a chi programma su Mac OS X.
Macitynet:
Alberto, qual’è il tuo punto di vista sull’annuncio epocale del 6 giugno? Quali le prospettive per Apple ed anche per il tuo lavoro e i tuoi prodotti?
Alberto Ricci:
“Secondo me è una mossa ben studiata, e soprattutto pare che Motorola non riesca a fornire a Apple dei processori sufficientemente veloci.
Anche le proiezioni per i prossimi 2 anni suggeriscono che l’evoluzione della tecnologia di Motorola sarà inferiore, in prestazioni, rispetto a quanto si prevede per Intel.
Ma la cosa più importante sono le solide basi su cui Apple si basa per fare questa operazione.
E` proprio vero: Apple ha iniziato questo progetto “just in case”, giusto per avere una strada alternativa, un piano di backup, nel caso che Motorola si fosse rivelata inadeguata.
Negli ultimi anni, ciò si è avverato – e Apple adesso è perfettamente in grado di passare a chip Intel con una transizione assolutamente indolore e trasparente per l’utente, e semplice anche per gli sviluppatori.
Questa non è cosa da poco: al contrario del passaggio da 68K a PowerPC, l’utente non si accorgerà praticamente di nulla. Avrà invece il grande vantaggio di avere un Mac più veloce.
In fondo, poco importa chi produce il microprocessore che c’è dentro un Mac. Ciò che rende unico il Mac è il suo sistema operativo, è l’attenzione posta nella progettazione del suo software, è l’armonia tra software e hardware, che funzionano in maniera nettamente più affidabile rispetto a quanto accade nel mondo dei PC… Tutto ciò rimarrà valido anche quando a produrre il microprocessore del Mac sarà Intel anziché IBM.
Anzi – se c’è chi può produrre un processore più veloce di quelli che ora danno vita ai nostri Mac, ben venga.
Sono convinto che Apple stia facendo una mossa ben ponderata e su basi solide. Il sistema operativo di NeXT, antenato di Mac OS X, girava su processori Intel. Tutte le versioni di Mac OS X dalla 10.0 a Tiger sono sempre state compilate anche per processori Intel, internamente a Apple, per verificarne il corretto funzionamento.
Tutto ciò non può che rassicurarci, e aprire la strada a una nuova promettente fase dell’evoluzione del Mac.”
Macitynet:
Che tempi ritieni siano necessari per il porting delle tue applicazioni?
Alberto Ricci:
“Ci attrezzeremo molto presto, in modo da testare tutti i nostri prodotti anche su Mac con processore Intel, e fare le necessarie modifiche per rilasciare versioni native Intel.
Oggi inizierò a fare delle prove. Da quanto ho già potuto vedere, sarà questione di una giornata di lavoro o poco più.”
Macitynet:
Il Mac perderà il suo fascino e le sue peculiarità ?
Alberto Ricci:
“Io sono dell’idea che qualunque cosa possa darci dei Mac più veloci, sia benvenuta. Molti possono pensare che l’uso di un processore Intel in un Mac, in qualche modo lo snaturi.
Non è così. Il Mac non sarà in alcun modo meno “Mac” di prima.
Ciò non lo renderà in grado di eseguire automaticamente applicazioni Windows – cosa che sicuramente molti si chiedono. Né sarà per questo possibile eseguire applicazioni Mac su un comune PC.”
Macitynet:
Si parla di Giugno 2006 per i primi MacIntel, quando ritieni che se ne saprà qualcosa in più?
Alberto Ricci:
“Personalmente immagino un annuncio di Steve a gennaio 2006, in occasione del Macworld”
Macitynet:
Come gestire la mancanza di Altivec?
Alberto Ricci:
“Apple ha facilitato la transizione anche a questo riguardo.
Tramite Accelerate.framework, sarà facile sfruttare architetture alternative ad Altivec, qualora Altivec non sia presente sul processore in uso.
Sicuramente, però, questo è il lato più delicato della transizione a processori Intel. Altivec ha delle funzionalità che non sono assolutamente presenti sui processori Intel. E` qui che gli sviluppatori dovranno ingegnarsi di più.”