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Perché HomePod è diverso: quello che non sapete dello speaker smart Apple

Nel più lungo e più ricco Keynote Apple WWDC17 i dirigenti di Cupertino non hanno avuto molto tempo da dedicare a HomePod ma vale assolutamente la pena esaminarlo più da vicino. Se non altro perché Apple ha deciso di tornare ancora una volta nel super congestionato mercato degli speaker per la casa: ci aveva provato diversi anni fa con scarso successo ma ora numerosi dettagli lasciano presagire che le cose potrebbero andare in modo molto diverso.

Innanzitutto in HomePod Apple applica la sua ricetta magica: innovare sì ma con funzioni utili e così facili da usare da risultare, in questo caso, completamente automatiche. Il mercato degli speaker è sovraffollato o quasi da una miriade di marchi e modelli: Apple è già presente con diversi dispositivi Beats. Ma HomePod si propone come il primo speaker smart che valga la pena di essere utilizzato anche per la riproduzione e l’ascolto della musica.

L’adagio dice che il diavolo si nasconde nei dettagli e lo stesso motto si applica alla perfezione a Cupertino. Già dalle specifiche tecniche si capisce che HomePod è diverso da quanto abbiamo visto finora. Le riassumiamo qui: woofer ad alta escursione con amplificatore proprietario dedicato, array di sei microfoni per voce e rilevamento della stanza, un array di 7 tweeter ognuno pilotato da da un amplificatore custom infine un altro microfono interno per calibrare in modo continuo e dinamico i bassi.

Tutta questa tecnologia è completamente trasparente all’utente: una volta avviata la riproduzione HomePod ascolta l’audio emesso e come ritorna dopo aver colpito pareti ed oggetti, regolando la riproduzione di conseguenza in tempo reale il tutto tramite il processore Apple A8 già impiegato in iPhone e iPad e qui trasformato nella centrale di comando di HomePod.

homepod tech
Durante le prove alla WWDC17 riservate a pochi giornalisti per lo più statunitensi gli ingegneri Apple hanno spiegato che HomePod concentra la riproduzione della voce nelle zone centrali della stanza, mentre il resto della musica viene diffuso a 360 gradi, se lo speaker è al centro della stanza. Il rilevamento automatico e la regolazione dell’audio assicurano che la riproduzione sia sempre ottimale qualche che sia la dimensione della stanza e la posizione dello speaker.

Chi ha assistito alle prove a porte chiuse dichiara che Apple HomePod supera in termini di qualità e potenza audio non solo Amazon Echo, un dispositivo che rientra in tutt’altra fascia di prezzo e qualità, ma anche Sonos Play:3 che rappresenta un concorrente più confrontabile per qualità e prezzo.

Ma oltre alle funzionalità Siri, integrazione Apple Music, elevata qualità audio, HomePod potrà fungere come Apple TV, da ripetitore HomeKit per pilotare direttamente con la propria voce o con un iPhone, iPad o Apple watch in rete luci, serrature e molto altro ancora.

Apple sicuramente lo renderà capace di integrarsi con altri speaker a tecnologia Airplay 2.

Homepod si abbina comunque da solo a un altro suo simile se lo rileva nella stessa stanza oppure diventa parte di una rete di HomePod quando ne sono installati altri nelle altre stanze per diffondere lo stesso brano in tutta la casa. E’ un peccato che arriverà a dicembre e purtroppo, almeno inizialmente, solo con supporto per l’Inglese in USA, Regno Unito e Australia.

homepod room

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