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Prezzi iPhone 2018: Apple sempre più cara, una strategia che paga

Scandalo sotto il sole. Apple aumenta il prezzo degli iPhone 2018 e ormai non frega più niente a nessuno.

A fare questo ragionamento sono i soliti appassionati di cartellini del prezzo che, dopo il lancio degli iPhone 2018 , con un evento che ha suscitato grande attenzione, si sono resi conto che qualcosa era cambiato ancora. E non era il prezzo, che diamo per scontato che stia aumentando, quando la percezione della gente. Che non c’è più.

Negli Usa l’aumento di base è di 300 dollari: in due anni il telefono di punta, nella versione  di ingresso, è passato da 770 dollari (più tasse sempre escluse quando leggiamo i prezzi americani) a 1100 dollari (più tasse). E la tendenza continua. Se vogliamo guardare all’Italia, due anni fa per avere il più moderno degli iPhone in versione base, iPhone 7, si spendevano 799 euro. Quest’anno ne servono 1189 euro per iPhone XS. O vogliamo per caso guardare al prodotto più moderno degli entry level: iPhone XR? iPhone SE costava poco più di 500 euro, per il nuovo modello ve ne servono 889.

Prezzi iPhone 2018: Apple sempre più cara, una strategia che paga

Certo parliamo di apparecchi più potenti, più grandi, più carichi di funzione. Ma questo non succede perché gli smartphone Apple sono diventati sempre migliori, più potenti, più belli e tutto il resto. Ma anche perché Apple ha capito che la crescita di vendite sta rallentando e si è quasi fermata; mantenendo un costo più o meno simile per la produzione, aumenta notevolmente la redditività e non solo. Aumenta in generale anche il cash flow a parità di volumi. Insomma, non ci sbagliamo, ad Apple conviene dare di più ai suoi clienti perché con il “di più” arrivano anche molti più soldi. Una cosa che fa felici analisti e azionisti.

Parliamo un attimo della memoria: l’incremento di costo è lineare se si passa da un telefono con 32 o 64 Gb a uno con 128, 256 fino al nuovissimo modello di punta che arriva a 512 Gb. Ed è sicuramente tanta memoria, il cui costo marginale però non è così notevole quanto si potrebbe immaginare. Insomma, ad Apple conviene caricare i telefoni di memoria perché in ogni caso ci guadagna molto di più, visto che la differenza in costo vivo per i materiali è molto inferiore all’aumenteo di prezzo proposto al cliente

Considerando i volumi di memoria che Apple acquista, e il modo con il quale blocca la crescita dei modelli “economici”, cioè quelli degli anni prima messi in vendita con memoria fissa e un certo quantitativo di volumi, Apple in buona sostanza ci guadagna sempre.


 Il cambio di passo che si è avviato è nella crescita esponenziale del prezzo dei telefoni. Sempre più alti, sempre più memoria, sempre più apparecchi. Che coprono letteralmente tutte fasce di prezzo differenti, più che mondi di funzionalità. Perché nel caso basterebbe un apparecchio unico. Invece Apple ha giocato prima la carta della differenziazione su schermi diversi, poi la tripletta dell’anno scorso con un apparecchio innovativo e due tradizionali, e adesso un’altra tripletta al contrario: uno economico ma grande e due innovativi ma come l’anno scorso. Obiettivo? Massimizzare le vendite.

E a massimizzare ce la farà. Con iPhone Xs Max un telefono che costa cifre da competizione: 1449 dollari più tasse negli USA per il modello di super punta con 512 GB di storage, che da noi arriva a costare 1689 euro, una cifra che fa timidezza riuscire a mettere per scritto. Un mondo in cui si comprano apparecchi che costano più di un pc, più di uno scooter, più di moltissime altre cose. E che probabilmente hanno una media di vita di 18-24 mesi (tranne nei casi di finanziamento a 30 mesi).

Quale sarà il risultato? Ovviamente Apple ha ingegnerizzato questa collezione invernale di iPhone 2018 per massimizzare la capacità di trarre valore dal mercato. E si avvia verso un nuovo record finanziario. Non c’è da dubitarne. Ma a quale prezzo!

Tutte le notizie sui nuovi iPhone 2018 le trovate su questa pagina.

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