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iOS 12 e privacy: per Cook la riservatezza dei dati personali è diritto fondamentale

La privacy per Apple è un diritto umano fondamentale. Lo sostiene il CEO di Apple Tim Cook intervistato che parlato della novità in questo ambito e delle nuove funzioni per gestire meglio il tempo che saranno introdotte in iOS 12. durante una intervista con Cnn.

Per quanto riguarda la gestione del tempo di utilizzo, Cook ha detto che da quando – con la beta di iOS 12 – ha cominciato a usare il nuovo Screen Time (una funzione che fornisce informazioni utili sul tempo trascorso nelle app e sui siti web), ha capito che passava troppo tempo al telefono. “Ho capito che trascorrevo più tempo del necessario” ha spiegato Cook. “Pensavo di essere abbastanza disciplinato a questo proposito e invece mi sbagliavo”.

Cook ha spiegato che Apple punta a offrire questi strumenti agli utenti per permettere loro di prendere decisioni in merito all’uso dei dispositivi e che il concetto di utilizzo eccessivo può variare da persona a persona. Ha spiegato che Apple vuole clienti “estremamente soddisfatti” e responsabili, facendo in modo che gli utenti passino solo il tempo necessario sui dispositivi iOS.Parlando delle nuove funzionalità legate alla privacy, come si legge su alcuni siti Macrumors e AppleInsider, Cook ha ribadito la sua posizione in merito, definendo la privacy “un diritto umano fondamentale”, espressione già usata in altre occasioni. A suo dire non è giusto puntare il dito verso aziende quali Facebook e, invece, concentrarsi su come rendere il web “un posto incredibile”.

“A mio modo di vedere e per l’azienda – e sento questa cosa molto profondamente –  la privacy è un diritto umano fondamentale. Questa è  l’inclinazione dalla quale guardiamo la questione. La privacy dal punto di vista statunitense, è un punto fondamentale dei diritti civili che definiscono cosa vuol dire essere americani”.

Tim Cook sulla privacy: “È un diritto umano fondamentale”.

Cook ha spiegato che gli utenti possono fidarsi di Apple e che questa sarà “al loro fianco”, parlando della Mela come una sorta di “consigliere fidato” per l’utente finale, spiegando che gli utenti spesso non sono pienamente consapevoli di come i loro dati sono usati e chi ha modo di accedere a questi, un problema che bisogna “necessariamente risolvere”.

Parlando di Facebook e del nuovo scandalo riportato dal new York Times, secondo il quale almeno 60 gruppi inclusi Apple, Amazon, BlackBerry, Microsoft e Samsung hanno siglato accordi per permettere ai produttori di telefonini e di altri dispositivi l’accesso a un ammontare vasto di informazioni personali degli utenti, Cook in una diversa intervista di NPR, è stato categorico, spiegando che Apple non ha richiesto o ricevuto dati personali di nessun utente da Facebook.

“Le cose di cui si parla nell’articolo del Times, sono per noi del tutto estranee. Nessun dato è stato mai ricevuto o richiesto, zero. Il CEO di Apple ha ribadito quanto già aveva riferito in merito allo scandalo Cambridge Analytica, evidenziando che Apple non è mai stata “nel business dei dati”.

Laurie Segall di CNN ha chiesto a Cook se è preoccupato o no dei macchinari che sempre più conquistano il mondo, e il CEO di Apple ha riferito che non è qualcosa di cui al momento è angosciato. A preoccuparlo sono invece le persone che diventano sempre più come macchine.

“Non condivido la tesi delle macchine che prendono il controllo del mondo e non è questo a preoccuparmi. Mi impensieriscono molto di più le persone che pensano come macchine piuttosto che le macchine che pensano come persone. Intendo che dimenticare l’umanità con le cose, dimenticare che tutti i nostri prodotti devono essere infusi di umanità, dimenticare che abbiamo degli oneri più ampi con la società”.

Cook ha spiegato ancora di non considerare le sue idee di matrice politica e fatto capire di non volere entrare in politica. “Non faccio politica e non sono certo che farei bene in quell’ambiente. Credo di poter dare un grande contributo facendo quello che sto facendo […], mi piace portare a termine le cose e non amo la macchina politica di sottofondo. Amo Apple, è il privilegio di una vita essere arrivato all’epoca alla guida di questa azienda”.

Alla richiesta di cosa avrebbe pensato Steve Jobs in questo istante, il CEO di Apple ha anche detto che Steve Jobs avrebbe supportato l’attuale traiettoria dell’azienda. “Nei termini più ampi della problematica umana, era la sua filosofia. Da parte del DNA dell’azienda. Apple deve sempre cercare di cambiare il mondo e i cambiamenti devono essere sempre in meglio. È ciò che ci fa svegliare la mattina e concentrarsi sulle cose da fare. Nulla di tutto ciò è cambiato. È la stella polare che ci permette di andare avanti”.

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