Dopo due anni di indagini, la Commissione europea sanziona X con una milta da 120 milioni di euro per aver violato obblighi di trasparenza ai sensi della legge sui servizi digitali. Le violazioni riguardano meccanismi ritenuti “ingannevole” per il “segno di spunta blu”, la mancanza di trasparenza per l’archivio pubblicitario e la mancata fornitura dell’accesso ai dati pubblici ai ricercatori.
Design ingannevole per il “segno di spunta blu” di X
Secondo la Commissione, l’uso da parte di X del “segno di spunta blu” per gli “account verificati” inganna gli utenti, violando l’obbligo della legge sui servizi digitali per le piattaforme online di vietare pratiche di progettazione ingannevoli sui loro servizi.
Su X, chiunque può pagare per ottenere lo status di “verificato” senza che la società verifichi significativamente chi c’è dietro l’account, rendendo difficile per gli utenti giudicare l’autenticità degli account e dei contenuti con cui interagiscono. “Questo inganno espone gli utenti a truffe”, riferisce la Commissione, “comprese le frodi di impersonificazione, nonché altre forme di manipolazione da parte di attori malintenzionati. Sebbene la legge sui servizi digitali non imponga la verifica degli utenti, vieta chiaramente alle piattaforme online di affermare falsamente che gli utenti sono stati verificati, quando tale verifica non ha avuto luogo.
Mancanza di trasparenza del repository di annunci di X
L’archivio pubblicitario di X non soddisfa i requisiti di trasparenza e accessibilità della legge sui servizi digitali. “Repertori di annunci accessibili e ricercabili sono fondamentali per i ricercatori e la società civile per rilevare truffe, campagne di minacce ibride, operazioni di informazione coordinate e pubblicità false.
“X incorpora caratteristiche progettuali e barriere di accesso, come ritardi eccessivi nell’elaborazione, che compromettono lo scopo dei repository di annunci”, spiega ancora la Commissione. ” Il repository di annunci di X manca anche di informazioni critiche, come il contenuto e l’argomento dell’annuncio, nonché l’entità legale che lo paga. Ciò impedisce ai ricercatori e al pubblico di esaminare in modo indipendente eventuali rischi potenziali nella pubblicità online”.
Mancata fornitura ai ricercatori dell’accesso ai dati pubblici
X non rispetta gli obblighi di fornire ai ricercatori l’accesso ai dati pubblici della piattaforma. Ad esempio, i termini di servizio di X vietano ai ricercatori idonei di accedere in modo indipendente ai propri dati pubblici, anche attraverso lo scraping. Inoltre, i processi di X per l’accesso dei ricercatori ai dati pubblici impongono barriere inutili, minando di fatto la ricerca su diversi rischi sistemici nell’Unione europea.
La Commissione spiega che ‘ammenda in questione è stata calcolata tenendo conto della natura di tali violazioni, della loro gravità in termini di utenti dell’UE interessati e della loro durata. Si tratta della prima decisione di non conformità ai sensi della legge sui servizi digitali.
X dispone ora di 60 giorni lavorativi per informare la Commissione delle misure specifiche che intende adottare e 90 giorni lavorativi per presentare alla Commissione un piano d’azione che stabilisca le misure necessarie per affrontare le violazioni.












