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Programma riparazione Self Service Apple, in Europa accolto tiepidamente

Apple ha recentemente annunciato che il Self Service Repair è ora disponibile in otto Paesi europei, dove sarà possibile acquistare parti di ricambio e strumenti originali Apple tramite l’Apple Self Service Repair Store.

Gli utenti che desiderano completare in proprio le riparazioni saranno in grado di eseguire quelle più comuni sugli iPhone 12 e iPhone 13 e per i notebook Mac con chip Apple.

La disponibilità del programma di riparazione è stata accolta freddamente da associazioni europee e le critiche sono le stesse già sentite a suo tempo negli Stati Uniti. L’associazione Right To Repair – che riunisce un centinaio di organizzazioni europee per il diritto alla riparazione – riconosce che si tratta di una buona notizia giacché è possibile ottenere parti di ricambio, strumenti e documentazione (anche in italiano) di supporto gratuita; sono indicate ad ogni modo anche delle criticità, alcune delle quali, secondo l’associazione, vanno contro il diritto alla riparazione così come concepito dall’Unione europea.

“La scelta di Apple mira fondamentalmente a promuovere una visione del diritto alla riparazione in cui il produttore mantiene il controllo quasi completo sul prodotto”, spiega Ugo Vallauri, co-direttore di Restart Project. Il Self Service Repair è limitato (almeno per ora) a Belgio, Francia, Germania, Italia, Polonia, Spagna, Svizzera e Regno Unito e i dispositivi per i quali è offerto supporto sono tutti recenti: iPhone 12 e 13, MacBook Air e MacBook Pro. La futura legislazione europea obbligherà con ogni probabilità a offrire parti di ricambio per almeno 7 anni dopo il ritiro del prodotto dalla commercializzazione; se Apple volesse fare seriamente, dovrebbe offrire parti di ricambio persino per gli iPhone 7.

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Altra lamentela riguarda i prezzi: si fa praticamente prima a portare il prodotto da riparare in un centro di assistenza autorizzato. Un componente quale il display di un iPhone 13 da 6,1″ costa 331,88€, prezzo che arriva a 290,23€ restituendo il componente rotto, contro i 339€ richiesti effettuando la sostituzione presso il Genius Bar degli Apple Store. Altro problema riguarda gli strumenti da noleggiare: Apple offre kit a noleggio per €59,95, così anche chi non desidera acquistare gli strumenti per un’unica riparazione avrà comunque accesso a questi tool di riparazione professionali. È vero che i kit possono essere noleggiati per una settimana con spedizione gratuita ma dubbi rimangono sulle scelte ambientali che tali spedizioni comportano (considerando che bisogna rimandare il kit indietro, una volta terminata la riparazione).

È ad ogni modo vero che un hobbista ha già molti degli strumenti necessari ma secondo Right to Repair la Mela dovrebbe puntare su prodotti “facili da riparare, utilizzando strumenti comunemente disponibili”.

Altro problema sollevato dall’associazione Right To Repair è la necessità di indicare il numero EMEI dell’iPhone o il numero di serie del Mac prima di ordinare parti di ricambio. I pezzi in questione saranno “legati” a questi seriali, complicando il lavoro dei ricondizionatori e dei riparatori indipendenti. Il passo fatto da Apple è sicuramente incoraggiante ma potrebbe fare decisamente meglio.

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