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SharePoints 3.01 e l’HD si condivide in un attimo

L’eccezionale vantaggio che Mac OS X offre, rispetto ad altri Sistemi Operativi basati su fondamenta *nix è quello di poter personalizzare le caratteristiche della macchina operando sui settaggi, in maniera molto approfondita, per mezzo di tool con interfaccia grafica assai potenti.

Operazioni che con altri OS necessitano di una forte abilità  digitativa, nell’eseguire comandi da finestra di terminale, secondo i progettisti di Cupertino, dovevano esser compiute mediante poche selezioni ed il rapido click di qualche bottone azzurro.
Principio lodevolissimo, frenato, purtroppo allo stato attuale, da una ancora non completa maturità  del giovane Mac OS X. In attesa che future release del Sistema di casa Apple completino questo percorso di fusione unica tra potenza e semplicità , spesso gli interventi di terze parti aiutano a riguadagnare il tempo perduto.

Una diversità , che può aver ingenerato confusione, negli utenti passati da Mac OS 9 ad OS X, è stata l’impossibilità  di condividere su network una qualsiasi cartella, come era possibile in precedenza.
Per aumentare il livello di Sicurezza intrinseco di OS X, infatti, è stato deciso di rendere accessibile unicamente la cartella Public nella nostra Home directory, in modo che neanche per errore si possa concedere, ad un eventuale intrusore, di intrufolarsi nelle cartelle “etc”, “var” o le altre contententi elementi sensibili.

Tuttavia è innegabile che certe volte potrebbe far comodo condividere una qualsiasi altra cartella, senza essere obbligati a dover spostare tonnellate di files su e giù per l’hard disk. A tal esigenza sopperisce SharePoints, pannello di controllo, che estende la capacità  di eseguire condivisioni, definire nuovi gruppi e associarli agli utenti.

Un sistema di password permette di definire le aree, del proprio HD, alle quali si può accedere, prevedendo che singoli file, oltre alle directory come accadeva in Mac OS 9, abbiano permessi e proprietari differenti.
Il readme è stato completamente tradotto in italiano, spiegando in maniera semplice operazioni altresì complesse.

(Si ringraziano Michele Zangrossi che ha curato la traduzione dell’applicazione e del PDF e Fabrizio di Giuseppe per la collaborazione)

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