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Tesla ferma la Gigafactory di Berlino tra sospetti di sabotaggio

Tesla ha deciso di fermare la Gigafactory nei pressi di Berlino interrompendo la produzione a causa dell’assenza di corrente, in seguito a quello che è stato indicato come un presunto attacco incendiario da parte di attivisti ambientali nelle vicinanze.

Le ultime due settimane sono state complicate per Tesla: prima si è verificato un problema di approvvigionamento con navi mercantili che hanno riscontrato difficoltà a navigare attraverso il Golfo di Aden e lo stretto di Bab al-Mandeb, a causa della guerra civile nello Yemen; poi gli abitanti di Grünheide (dove è ospitata la Gigafactory di Tesla in Germania) che hanno votato contro l’ampliamento dell’impianto, il quale richiede l’abbattimento di oltre 100 ettari di foresta.

Come se tutto questo non bastasse, la scorsa settimana alcuni attivisti ambientali hanno organizzato un accampamento e questi ultimi sono indiziati di un presunto attacco incendiario, un incendio divampato nelle prime ore del mattino vicino all’impianto, costringendo l’intervento delle unità specializzate dopo la scoperta di un cartello che riferiva di un ordigno sepolto.

Un portavoce di Tesla ha confermato lo stop alla produzione e l’evacuazione del sito, riferendo inoltre che non è previsto il rapido ripristino delle attività.

Stando a quanto riferisce il sito DW, persone non meglio identificate avrebbero appiccato il fuoco a un pilone elettrico nell’area di Gosen-Neu Zittau, causando un blackout tra Steinfurt (città della Renania Settentrionale-Vestfalia) e Hartmannsdorf (Sassonia), lasciando 2000 persone senza elettricità, e anche aziende come la Giga factory di Tesla.

Le autorità stanno indagando sul possibile incendio doloso e addetti dell’azienda energetica E.ON (che si occupa della connessione alla rete dell’impianto) sono al lavoro per riparare i danni al pilone ad alta tensione. Un gruppo estremista denominato “Gruppo Vulcan” ha intanto rivendicato l’attentato chiedendo “la completa distruzione della Gigafactory”. Il Ministro degli interni Michael Stübgen ha parlato di “vile attacco”; il gruppo che rivendica l’attentato punta il dito contro un’azienda “un’azienda che divora terra e risorse, persone e manodopera e sputa fuori 6.000 SUV, macchine assassine e monster truck a settimana”.

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