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Un mac futuribile? iPlate!

Nei giorni scorsi la nostra redazione aveva lanciato le sue ipotesi e previsioni
Ora MacProf ha messo in linea su questa pagina alcuni schizzi e alcune considerazioni che meglio illustrano quello che potrebbe essere un mac futuribile che sfrutta le tecnologie piu’ recenti di Apple e di terze parti.
Si tratta ovviamente solo di una visione personale che vuole stimolare il dibattito su quelle che possono essere le esigenze dell’utenza Mac.

Prima di andare avanti nella lettura pensando che questo articolo rappresenti un qualche scoop… iPlate é soltanto una interpretazione personale di un nuovo dispositivo di interazione trasformabile in un computer portatile che non ha alcuna relazione con prodotti provenienti da Apple se non l’utilizzazione di tecnologie disponibili al momento sul mercato e in corso di sviluppo da terze parti.

Dopo avere visto conferenza di Steve Jobs al MWNY 2000 in cui veniva presentato per la prima volta il CUBO, mi sono chiesto cosa significasse quello spazio con una mela tra i portatili proprio sopra la novità dell’expo: un semplice espediente grafico o il segnaposto per un nuovo rivoluzionario prodotto?

Se guardiamo a cosa rappresenta il cubo: un oggetto che eccelle nel design e presenta nuove funzionalità e possibilità di connessione possiamo pensare che Apple stia preparando un oggetto con tali caratteristiche anche nel settore dei portatili.

La tendenza verso il minimalismo, verso la riduzione del computer verso la sua pura forma potrebbe condurre al risultato di perdere la terza dimensione per creare un Mac completamente piatto.

Un oggetto sottile che ha nuove funzioni ed è dotato di nuovi modi di comunicare e interagire.

Apple ha più volte riaffermato che non produrrà un dispositivo palmare (in concorrenza con quelli di Palm, Handspring e Sony…) e che l’obiettivo é quello di lavorare su un solo sistema operativo : MacOS.

Questo taglia tutte le ipotesi di una resurrezione del tanto amato quanto sfortunato Newton che per ragioni di forma, peso, e dimensioni non puo’ essere competitivo sul mercato attuale.
Ma Apple, anche se ha cessato la produzione di Newton non ha venduto a terze parti le tecnologie che ne stavano alla base e in particolare quelle riguardanti il riconoscimento della scrittura.

Per dare corpo a queste congetture ho messo giù rapidamente degli schizzi dell’idea nata dopo il keynote: si tratta di un dispositivo portatile che é anche una tavoletta grafica con anche il riconoscimento della scrittura e ovviamente la possibilità di inserimento dei dati attraverso un touch screen che puo’ essere di una tastiera virtuale dockabile…

padbis

Come si puo’ vedere dalla prima immagine iPlate è in pratica uno schermo LCD dotato di due estensioni laterali con pulsanti ed una rotella posizionata sulla parte “dorsale” delle estensioni che potrebbe servire come controller per lo scorrimento delle pagine, di slider su schermo o per il gioco.

La superficie dello schermo LCD e’ sensibile al tocco grazie alla sovrapposizione di uno strato di consistente spessore e si puo’ utilizzare sia con le dita (per interagire con pulsanti ed elementi su schermo – immaginiamo una tastiera da riporre nel dock di MacOS X) sia con un penna.

L’idea della tavoletta con schermo incorporato non è certamente nuova… Nemetscheck (la ditta che produce AllPlan e che recentemente ha acquistato Vector Works) ha introdotto nel 1999 la sua D-Board in the 1999 e Wacom (che ne é il produttore) vende due dispositivi simili chiamati PL 300 e PL 400 (il costo é di 4.500.000 L.) che sfruttano una simile tecnologia.

Ma iPlate dovrebbe avere di piu’ del semplice input e della visualizzazione: il riconoscimento della scrittura permettebbe di non ricorrere a tastiere esterne e darebbe la possibilità a chi scrive con gli ideogrammi (pensiamo al vasto mercato Cinese e orientale in genere) di avere a disposizione uno strumento duttile ed efficace. Questo sarebbe indubbiamente facile con la tecnologia Inkwell presa a prestito da Newton e con la potenza di MacOS X e dei multiprocessori.

“Ho citato Inkwell perche’ e questa le tecnologia che viene (secondo diverse fonti) sperimentata da Apple in questi giorni é dovrebbe essere disponibile con MacOS X.

iPLATE potrebbe essere una specie di PDA gigante dotato di collegamento Airport o di tecnologia BlueTooth ma questo implicherebbe la presenza di uno sistema operativo (con consumo di corrente, hard disk, batterie, che ne aumenterebbero il peso e andrebbero a scapito della praticità) a questo punto le possibilità diventerebbero due…”

La prima si basa sul connettore ADC recentemente introdotto da Apple: come potete vedere da questa pagina supporta con un unico cavo le connessioni USB-Video e l’alimentazione.
D’accordo, serve a ridurre l’intreccio di cavi sulla scrivania ma potrebbe anche essere utile per gestire un dispositivo come iPlate che riunisce input e output Audio-Video con possibilità di entrare ed uscire con suoni, input da penna e da tastiera, comandi vocali, generazioni di suoni.
Questa permetterebbe ad iPlate di collegarsi direttamente al Cubo o ai nuovi G4 senza alcun problema.

La seconda ipotesi fa riferimento ad un dispositivo configurabile come un portatile composto da iPlate e da una unità centrale (l’ho chiamata “brick”) che potrebbe avere a bordo la parte elettronica di un PowerBook o di un ibook collegato con ADC allo schermo/tavoletta.

Ovviamente il brick con la sua disposizione sempre orizzantale potrebbe essere utile per utilizzare periferiche standard come lettori DVD e CD che hanno necessità di ospitare media in posizione non inclnata, ma nulla vieterebbe di gestire lettori piu’ sofisticati e di ospitare la parte elettronica totalmente all’interno di quello che nei disegni si configura come uno stand: il risultato é un portatile che viene utilizzato inversamente ai classici portatili.

Ho immaginato che il pannello di chiusura potesse funzionare come un stand che permettesse di posizionare la tavoletta in qualsiasi posizione e di staccare l’unità con l’elettronica per potere usare il dispositivo di input anche staccato.. sulle ginocchia, in mano… senza la vicinanza di batterie che si scaldano e con un peso limitato.

Le diverse configurazioni si adattano all’uso su scrivania, portatile, come terminale solo voce e penna oppure con modalità di utilizzazione più tradizionale con una tastiera collegata al bridge USB presente sulla tavoletta.

Alla fine del giorno si può richiudere il dispostivo, portarselo a casa con l’elettronica a mo’ di portatile oppure scegliere l’uno a l’altro per riutilizzarlo nel proprio salotto.

E’ soltanto un sogno?
La tecnologia per realizzarlo esiste… MacOS X e’ alle porte..

Verificheremo tutto questo tra qualche mese…
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