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Jobs: “Più magro per uno scompenso ormonale, resto Ceo”

Uno scompenso ormonale. Ecco la causa della perdita di peso subita da Jobs. Questa volta non si tratta di supposizioni, illazioni, indiscrezioni, voci sussurrate da improbabili “insiders”, ma di una notizia che giunge direttamente da Steve Jobs.

Il Ceo di Apple per la prima volta, in prima persona e direttamente con una lettera inviata alla comunità  di utenti, sviluppatori, terze parti, investitori, di Cupertino, spiega le reali ragioni del suo improvviso dimagrimento, tentando in questo modo di mettere fine ad un turbinare di articoli che hanno aperto le porte anche alla speculazione finanziaria. àˆ forse proprio per chiudere le falle in una situazione che, tra silenzi e cura (per alcuni aspetti apparsa anche eccessiva e controproducente) della riservatezza che Jobs ha preso carta e penna.

«Sfortunatamente – dice Jobs – la mia decisione di lasciare il keynote a Phil ha scatenato una nuova serie di indiscrezioni sulla mia salute, alcune delle quali mi hanno addirittura collocato sul letto di morte. Ho perso peso nel corso del 2008 – ammetto il Ceo – ma non avevo idea di che cosa si trattasse, così ho deciso di andare a fondo alla questione mettendo il recupero in questo sono come mia priorità . Dopo alcuni test i medici mi hanno fatto sapere che il problema è uno scompenso ormonale che mi “rapina” le proteine di cui il mio corpo ha bisogno. Alcuni sofisticati esami ematici hanno confermato questa diagnosi. Il rimedio è relativamente semplice e diretto e ho già  cominciato la cura, ma visto che ho perso tutto questo peso non in una settimana o in un mese, i dottori si attendono che ci vorrà  fino alla fine della primavera perché recuperi quello che ho perso. Nel frattempo continuerò a lavorare come Ceo fino al pieno recupero. Ho dato tutto negli ultimi undici anni ad Apple – dice Jobs smentendo coloro che lo dipingevano come aggrappato alla poltrona – e sarei il primo ad abbandonare e dire al consiglio di amministrazione che non sono in grado di compiere il mio dovere. Spero che la comunità  Apple continui a supportarmi durante il mio recupero e sapere che ho sempre messo davanti ad ogni cosa il bene di Apple. A questo punto – chiude Jobs confermando il suo atteggiamento su questa controversa vicenda e che la presa di posizione è stata sostanzialmente obbligata dalla speculazione montante – ho detto più di quello che avrei voluto dire ed è a che tutto quello che ho da dire in materia».

Alla voce di Jobs si accosta quella del consiglio di amministrazione di Apple che conferma la fiducia nell’€™amministratore delegato e, auspicando un pronto ritorno nel pieno delle forze, precisa, sempre in un comunicato ufficiale: «abbiamo già  detto che se ci sarà  un giorno in cui JObs si ritirerà  o per qualche ragione non sarà  in grado di compiere i suoi doveri come Ceo, lo saprete»

Le forti e, finalmente, chiare comunicazioni che arrivano da Jobs e dal consiglio di amministrazione di Apple, dovrebbero mettere fine una volta per tutte alla raffica di indiscrezioni sulla salute di Jobs pubblicate da siti più o meno prestigiosi i quali, in parte per disinformazione ma in parte anche colpevolmente per avere qualche lettore in più o per fare giochi anche più sporchi sulle oscillazioni del titolo in borsa, non perdevano occasione di occuparsi della materia con toni allarmistici.

Ricordiamo che Jobs aveva avuto un tumore gastro entero pancreatico, una rara forma di neoplasia che se individuata e curata per tempo garantisce un pieno recupero. Dal 2003 alla scorsa primavera non si era più parlato della malattia di Jobs fino a quando il Ceo non era apparso fortemente smagrito ad un incontro per la presentazione dell’€™iPhone 3G alla WWDC. Da allora era stato tutto un fiorire di articoli di giornale che, periodicamente, avevano dato Jobs a seconda dei casi malato, molto malato o in fin di vita, supponendo una ritorno del tumore. A poco, a fronte dell’€™ostinato silenzio di Apple che non ha mai svolto alcun commento in proposito, erano servite le considerazioni di siti che riferivano di avere avuto informazioni ufficiose in senso contrario. Non era servita neppure una telefonata ‘€œsemi-privata’€ dello stesso Jobs che, infuriato, dettava alla redazione del New York Time una smentita ma non permetteva di citare le proprie parole o dire specificatamente quale tipo di problema avesse provocato il dimagrimento. Neppure il fatto che secondo le leggi americane il silenzio su una malattia grave di Jobs sarebbe stata considerata una manipolazione illecita del valore delle azioni Apple e, come tale, perseguibile penalmente secondo le leggi americane, aveva convinto gli scettici.

L’€™assenza dall’€™Expo aveva rilanciato una nuova ondata di indiscrezioni, l’€™ultima delle quali pubblicata da Gizmodo che pur senza citare fonti né fatti, aveva di nuovo messo Jobs vicino al momento di rendere l’€™anima al Creatore.

La maggior parte degli osservatori, anche quelli più propensi a credere al fatto che realmente Jobs non aveva avuto una ricaduta nel tumore al pancreas, hanno comunque pesantemente criticato l’€™intera gestione della comunicazione a margine della vicenda da parte di Apple e dello stesso Ceo che avrebbero potuto facilmente mettere fine ad ogni speculazione semplicemente prendendo una posizione ufficiale. Secondo quanto si legge tra le parole di Jobs è però probabile che lo stesso amministratore delegato, pur sicuro di non avere alcuna malattia che gli impedisse di svolgere i suoi compiti, non aveva riferimenti precisi sul tipo di malanno e sui tempi del recupero e per questo ha preferito tacere.

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