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Apple affida a BYD la costruzione del concorrente di Echo Show, ma la sfida è da subito complicata

Il lancio dei nuovi dispositivi per la casa di Apple si avvicina e Cupertino ha iniziato la preparazione per l’assemblaggio in Vietnam affidandosi a un partner apparentemente inusuale: BYD.

Sì, stiamo parlando della casa cinese che alle nostre latitudini è nota per le sue automobili elettriche ma che da tempo, proprio in Vietnam, offre a Cupertino le sue strutture per costruire una serie di dispositivi: Mac, iPad, AirPods e anche l’attuale HomePod.

Hub e telecamera come primo passo

È proprio partendo dal piccolo speaker smart e da un iPad che BYD è stata incaricata di costruire l’hub. Si sa che avrà un display da circa sette pollici, molto simile a un iPad, capace di eseguire app e controllare dispositivi smart home.

Due le versioni previste: una da parete e una da tavolo, quest’ultima con base sonora che richiama l’HomePod mini con schermo. Entrambe includeranno videocamera FaceTime e sensori per il riconoscimento utente, adattando funzioni e contenuti ai diversi membri della famiglia. È la prima volta che Apple porta in ambito domestico una forma avanzata di multiutenza, basata su riconoscimento facciale e AI contestuale.

Il sistema operativo sviluppato per l’hub, nome in codice Charismatic (ma dovrebbe chiamarsi HomeOS), fonde elementi di tvOS e watchOS: quadranti personalizzabili, widget modulari e un’interfaccia basata soprattutto sui comandi vocali. Il touchscreen sarà presente, ma sarà Siri a fare da canale principale di interazione, grazie all’integrazione con App Intents. L’obiettivo è rendere il controllo della casa più naturale e immediato, in un ambiente che si adatta a chi lo vive e non il contrario.

Il dispositivo è tecnicamente pronto da oltre un anno, ma il debutto è stato rimandato a causa dei ritardi nello sviluppo della nuova versione di Siri. L’assistente vocale rinnovato, costruito su un’architettura più potente, è atteso per la primavera 2026: solo allora Apple potrà lanciare l’hub.

Il prezzo previsto, una delle novità strategiche più rilevanti, si aggira attorno ai 350 dollari, circa cinquanta in più rispetto all’HomePod standard e molto più alto rispetto agli Echo Show e ai display Nest, che presidiano la fascia medio-bassa del mercato.

Apple sta valutando modi per contenere i costi nelle versioni successive, ma la prima generazione sarà posizionata nella fascia medio-alta, con materiali e integrazione come punti chiave.

Subito dopo l’hub è prevista la telecamera di sicurezza interna, progettata per integrarsi con l’hub e con HomeKit, in arrivo verso la fine del 2026. Entrambi i dispositivi rappresentano il fronte iniziale della nuova linea domestica, che sarà completata nel 2027 con un robot da tavolo dotato di braccio motorizzato e display da nove pollici. Questo modello, derivato da tecnologie sviluppate per il progetto auto autonoma, avrà un prezzo nell’ordine delle diverse centinaia di dollari.

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Vietnam e sfida ai rivali

La sfida che attende Apple è tutt’altro che semplice. Amazon domina la fascia bassa e media con Echo Show, mentre Google ha consolidato la propria posizione con Nest Hub grazie all’integrazione con Android e a prezzi aggressivi.

Cupertino arriva più tardi e con listini più alti, puntando sulla privacy, sulla qualità costruttiva e sull’arrivo del nuovo Siri per colmare il divario. Se l’assistente riuscirà davvero a diventare più preciso e naturale, l’hub potrebbe rappresentare il cuore di un ecosistema domestico più coerente e potente. In caso contrario, il rischio è quello di un prodotto elegante ma in ritardo rispetto alle abitudini già consolidate degli utenti.

Con l’hub e la telecamera come primi tasselli, e il robot in prospettiva, Apple prepara la sua mossa più organica nella smart home. La partita si giocherà sulla maturità di Siri, sulla capacità di contenere i costi e sul potere attrattivo dell’ecosistema iPhone in un mercato già presidiato da concorrenti esperti.

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